“Considerato che le funzioni sanitarie nell’ambito dell’Amministrazione penitenziaria sono di competenza del Servizio sanitario regionale, la Regione deve garantire il corretto funzionamento del punto di Primo soccorso della Casa circondariale di Uta, scongiurando un’inaccettabile chiusura a partire dal mese di giugno”. Così Corrado Meloni, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha annunciato la presentazione di un’interrogazione sulla situazione del servizio sanitario di emergenza nella Casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta.
Lo scorso 15 maggio, quindici medici del 118 hanno comunicato la propria indisponibilità, lamentando l’inadempienza dell’Areus nel corrispondere la quota oraria prevista per lo svolgimento dell’attività aggiuntiva, e il 16 maggio si è dimesso il responsabile medico della Casa circondariale di Uta e dell’Istituto penale per minori di Quartucciu.
“In una realtà complessa e difficile come quella della casa circondariale di Uta, è necessario garantire l’efficienza del punto di Primo intervento con la copertura di 168 ore settimanali, così da garantire adeguati livelli di prestazioni sanitarie. Il dubbio che ai detenuti venga negato il diritto alla salute potrebbe avere ricadute fortemente negative sulla sicurezza all’interno del carcere.
Perciò, è necessario sapere quali provvedimenti verranno presi per venire incontro alle legittime necessità del personale medico, già oberato da condizioni di lavoro pesanti e gravose. Anche alla luce dei recenti fatti di cronaca che evidenziano le gravose condizioni in cui sono costretti a operare non solo i medici, ma anche gli operatori dell’Amministrazione e della Polizia Penitenziaria“, ha aggiunto Meloni.