Lu Mestra Gavino Scala ha compiuto ottant'anni fatti di passione, sport e politica ad Alghero

Nel calcio, come nella vita, ci sono uomini che non si limitano a partecipare, ma lasciano il segno. Gavino Scala, "Lu Mestra", ha fatto proprio questo: ha guidato squadre, animato spogliatoi, combattuto per la sua città dentro e fuori dal campo. A ottant'anni compiuti, la sua storia è un intreccio di sport, politica e impegno civile, una narrazione che merita di essere raccontata.

Gavino Scala non è stato solo un allenatore, ma un condottiero di squadre in momenti difficili. Negli anni '80 e '90 ha lasciato il segno sulla panchina dell'Alghero e del Fertilia, conducendo le squadre a vittorie epiche scolpite nella memoria degli appassionati. Una carriera portata avanti fino al 2006 con un clamoroso ritorno e una salvezza ottenuta dopo una stagione tormentata in Serie D sulla panchina catalana. Ma la sua carriera è stata anche fatta di battaglie contro il destino: dalla promozione con il Fertilia al clamoroso esonero, sempre vissuto con quella dignità che appartiene ai grandi uomini di sport.

Scala, però, ha vissuto il calcio anche da giocatore. Ha indossato le maglie di Alghero, Civitavecchia e Torres Sassari, militando in Serie C tra il 1967 e il 1969. Il suo esordio con la Torres avvenne nel 1968, in una sfida contro la Maceratese a Sassari, segnando l'inizio di un percorso che lo avrebbe reso un punto di riferimento nel calcio sardo.

L’importanza del calcio e lo sport per Scala sono perfettamente rappresentate da una dichiarazione rilasciata dallo stesso durante un’intervista di qualche anno fa nella quale parlava delle sorti della società calcistica algherese: "Una città senza una squadra di calcio è come una città senza un campanile". Un credo, più che un semplice pensiero, il manifesto di un uomo che vede il calcio come identità e appartenenza.

Sei volte consigliere comunale algherese, dal 1994 al 2014, dirigente storico del PD, sempre dalla stessa parte politica e sempre dalla parte dei più deboli,  presidente del Parco di Porto Conte dal 2018, poi guida del Comitato di Quartiere "Centro Storico-L'Alguer Vella" dal 2020 e rieletto nel 2024: Scala ha sempre giocato un ruolo da protagonista nella vita pubblica algherese. Dal decoro urbano alla gestione degli spazi pubblici, fino alla riqualificazione del centro storico, il suo operato ha sempre avuto un filo conduttore: migliorare la città con la stessa grinta con cui un allenatore modella la sua squadra. E come in campo, anche in politica non ha mai temuto di dire la sua, accettando il confronto diretto e battendosi per la sua visione.

Più che un gioco, lo sport è un'educazione. Scala l'ha sempre sostenuto, parlando di fair play, di spirito di squadra e di valori. Lo ha ribadito anche in occasione dell'evento "Alguer Family Sport" nel 2023 sottolineando che lo sport è un diritto per tutti e una palestra di vita per i giovani. Ha insistito sulla necessità di impianti adeguati, di un'educazione sportiva che vada oltre il risultato, di una città che investa davvero in questa dimensione sociale.

Nel corso della sua carriera, Scala è stato riconosciuto con diversi premi prestigiosi: il Premio Panathlon 2010, il Premio Ussi dell'Unione Sportiva Stampa Italiana nel 2011, e nel 2006 è stato premiato dall'AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio) come miglior allenatore sardo. Riconoscimenti che testimoniano il suo impatto sul calcio sardo e sullo sport in generale.

Oggi, a ottant'anni Gavino Scala non è un uomo che guarda al passato con nostalgia, ma con la fierezza di chi sa di aver dato il massimo. Il suo impegno nel comitato di quartiere, la sua visione per una città migliore, il suo amore per Alghero non sono scemati con il tempo. Scala rimane una figura centrale, un uomo che continua a lottare per la sua città con la stessa passione con cui un tempo guidava le sue squadre.

E forse, se ci fosse ancora una panchina pronta ad accoglierlo, la sua voglia di gioco non sarebbe ancora finita. Perché un allenatore, un vero maestro, non smette mai di insegnare. 

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