Cera (FDI): Crisi sanitaria nel Terralbese bomba pronta ad esplodere

  Il Consigliere Regionale Emanuele Cera interviene sulla drammatica situazione in cui versa la sanità in provincia di Oristano dove circa 45 mila persone non hanno più il medico di base e nel terralbese in particolare, in cui, a causa del pensionamento e l'uscita di svariati medici di base, saranno circa 8 mila le persone che, entro la fine dell’anno, saranno private dell’assistenza sanitaria di base. Ci sono poi altre situazioni critiche, come la Guardia Medica di via Carducci a Oristano, in cui, secondo il calendario diffuso dalla Asl 5 la scorsa settimana, era previsto un solo servizio notturno di guardia medica, da cui, alla luce dell’elevato numero di cittadini che risiedono o che fanno riferimento alla città di Oristano, oltre al flusso turistico estivo, deriverà un evidente disagio dalle conseguenze imprevedibili. L’on Emanuele Cera, che ha preso parte agli incontri tenutisi nelle scorse giornate in prefettura a Oristano e poi a Terralba con i comitati per la difesa della salute, esprime fortissima vicinanza alle popolazioni interessate ed esprime grande preoccupazione per i possibili sviluppi, anche sul versante dell’ordine pubblico, per un malessere sempre più diffuso a cui bisogna offrire soluzioni operative immediate. Di seguito il commento dell'on. Emanuele Cera a tale riguardo: “Esiste in Sardegna un evidente allarme sociale per la crisi del Servizio Sanitario, che come denunciato da tanti operatori sanitari, comitati di cittadini, Anci e Consigli comunali, richiede misure urgenti e programmatiche, che permettano di dare risposte credibili e soluzioni concrete all'emergenza sanitaria in atto. 

  Durante la campagna elettorale per le regionali, diversi candidati dell'attuale maggioranza Todde, avevano criticato le azioni poste in essere dalla precedente maggioranza di centro destra e promesso interventi immediati e successive soluzioni strutturali per affrontare la terribile crisi della sanità in Sardegna. Alla prova dei fatti, però, i tanto criticati Ascot e i medici a gettone, introdotti dalla precedente Giunta regionale, appaiono ancora gli unici strumenti operativi che possono immediatamente essere utilizzati per garantire ai sardi un minimo di assistenza sanitaria, così come sembrerebbe ci sia un ripensamento sui medici stranieri, come già successo in altre Regioni d'Italia. Ora perciò, al di là degli slogan e dei proclami del Presidente Todde e dell’assessore Bartolazzi, la triste verità, che è purtroppo sotto gli occhi di tutti, è che questa giunta regionale, non ha la benché minima idea di cosa fare nell’immediato, per invertire la rotta, e affrontare in maniera seria ed adeguata le enormi criticità che stanno portando al collasso del sistema sanitario in Sardegna. Si abbia almeno l’umiltà di ascoltare i suggerimenti e di riconoscere la validità degli strumenti ereditati dalla precedente amministrazione regionale i quali devono essere potenziati. I medici a gettone e gli Ascot, stante l’emergenza in atto, siano immediatamente incrementati e potenziati. A Terralba, in particolare, gli ascot devono essere almeno raddoppiati rispetto alla dimensione attuale e questo deve essere fatto subito e comunque prima che la situazione sfugga irrimediabilmente di mano. Altri sportelli operanti in altri comuni funzionano, e così deve accadere anche a Terralba, visto che nell'immediato non c'è altra soluzione, che si creino le condizioni per farlo funzionare potenziando orari e medici in servizio.”

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