Agricoltura sarda, Tore Piana (Centro Studi Agricoli) a Roma: «La Regione sia più agile, a rischio milioni di euro»

  Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, ieri ha incontrato a Roma i vertici nazionali di AGEA, Società Leonardo, il Ministero dell'Agricoltura e rappresentanti della CISL, per affrontare una serie di criticità cruciali per il settore agricolo sardo. «Con AGEA – spiega Piana – è andato molto bene. Abbiamo raggiunto un accordo importante per definire le pratiche arretrate che coinvolgono circa 800-1000 aziende agricole sarde con crediti relativi agli anni 2017-2019, precedenti al passaggio della gestione da AGEA ad Argea regionale. Originariamente, erano 5 mila aziende che si erano trovate con un blocco codificato come anomalia P99, che impediva il saldo completo del premio spettante. 

  Di queste, circa 4 mila sono già state sbloccate grazie al nostro intervento. Adesso lavoriamo per definire le restanti». Piana denuncia tuttavia una grave inefficienza: «C'è troppa poca collaborazione fra Regione Sardegna e gli uffici nazionali. Bisogna agire di persona, instaurare un dialogo diretto e personale, non affidarsi solo a PEC o lettere legali che spesso non ricevono risposta da parte di un ente grande e complesso come AGEA. I rapporti personali e sociali valgono più di migliaia di documenti formali». Un altro nodo cruciale sollevato da Piana riguarda il pagamento delle PLT (pratiche locali tradizionali) storiche, per circa 500 mila ettari, che rappresentano circa 42-45 milioni di euro di risorse fondamentali per gli agricoltori sardi: «La Regione Sardegna doveva inviare ad Argea una lettera, semplicissima, appena dieci righe su carta intestata, per confermare la validità di questi elenchi anche per la domanda 2024. Nonostante ripetute sollecitazioni, questa lettera non è ancora stata inviata. Ciò sta bloccando non solo il primo pilastro della PAC, ma anche indennità compensativa, biologico e difesa del suolo, misure del PSR a superficie fondamentali per la sopravvivenza delle aziende agricole sarde». La mancata trasmissione di questa lettera ha suscitato in Piana «una rabbia incredibile», perché «molto spesso il problema della burocrazia e della lentezza è qui in Sardegna, non altrove. La Regione deve diventare più agile e reattiva, altrimenti rischiamo di perdere risorse vitali». 

  Piana ha inoltre annunciato l'invio di una PEC urgente all'assessorato competente per sbloccare la situazione e ha invitato tutte le associazioni di categoria a esercitare pressione affinché la lettera venga inviata immediatamente: «Una volta ricevuta la lettera, gli elenchi potranno essere autorizzati al pagamento da Argea già dalla prossima settimana. È in gioco l'ossigeno per moltissime aziende agricole sarde che oggi stanno soffrendo in modo drammatico». Positiva invece la collaborazione con la CISL attraverso il ramo agricolo Terraviva: «Abbiamo aperto una sinergia importante, anche nelle relazioni con il Ministero e AGEA. Questa collaborazione porterà grandi risultati nel futuro. Ci sono buone notizie dal Ministero e AGEA nazionale: spesso bastano piccole azioni concrete per sbloccare situazioni difficili, soprattutto in questo momento in cui il settore è schiacciato dai ritardi legati alla siccità, alla crisi ucraina e alla lentezza burocratica nei pagamenti della PAC». Infine, Tore Piana ha ricordato due scadenze fondamentali per gli agricoltori: «La domanda PAC 2025 dovrà essere firmata digitalmente, quindi invito tutti gli agricoltori e allevatori a dotarsi subito della firma digitale, rivolgendosi alla Camera di Commercio o agli uffici autorizzati. Inoltre, per la barbabietola da zucchero, inviate urgentemente le manifestazioni di interesse, senza alcun vincolo, per partecipare a un'opportunità che rappresenta l'investimento privato più rilevante degli ultimi 25-30 anni in Sardegna, superiore ai 50 milioni di euro. Non perdete questo treno, la partecipazione alla manifestazione d’interesse vi permetterà di valutare concretamente a settembre la possibilità di aderire al progetto». L'incontro di ieri a Roma dimostra ancora una volta come, secondo il presidente del Centro Studi Agricoli, «basterebbe poco per risolvere molte difficoltà burocratiche e finanziarie che affliggono il settore agricolo sardo. Adesso la Regione deve fare la sua parte».

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