Alghero: L'analisi di Mario Conoci a cento giorni dal voto - "Non si vince senza aggregare", un monito alle forze politiche

  A circa 100 giorni dalle elezioni comunali di Alghero, l'ex sindaco Mario Conoci ha voluto fare il punto sui nuovi equilibri politici, fornendo una lucida e approfondita analisi delle dinamiche che hanno segnato il recente cambiamento. Conoci ha ritenuto essenziale avviare un dibattito pubblico su quanto accaduto e su ciò che il centrodestra deve fare per ripartire. "Valutare l'operato della nuova amministrazione è difficile, soprattutto perché, come le precedenti, si è insediata nel pieno della stagione estiva. Critiche o agiografie sono poco credibili, viziate tutte da una partigianeria evidente," afferma Conoci. 

  Ma, oltre a questa dichiarazione, cosa sta realmente suggerendo l'ex sindaco? Forse un invito alla nuova amministrazione Cacciotto a non cadere nella trappola della partigianeria e ad evitare le celebrazioni premature o le critiche affrettate. Sembra lanciare un messaggio chiaro: i cittadini non hanno più pazienza per il "teatrino della politica" e si aspettano azioni concrete. 

  Quando critica la mancanza di un'analisi del voto, afferma che "Quello che è mancato, invece, è una vera e propria analisi del voto, forse complice l'assenza di un talk cittadino, forse perché era comodo per tutti dimenticare o far dimenticare, tanto per il centrodestra quanto per il centrosinistra." Qui, l’ex sindaco non sta solo parlando di un’esigenza di autocritica da parte del centrodestra, ma sembra sottolineare come anche il centrosinistra debba riflettere su come ha ottenuto la vittoria. È quasi un invito a Cacciotto a non lasciarsi illudere dalla vittoria e a ricordare che il voto civico è stato un elemento decisivo, ma non garantito. E quando Conoci riconosce che "La ragione della sconfitta del centrodestra è sorprendentemente semplice: aritmetica pura," ammette implicitamente un errore strategico, una mancanza di apertura verso quel voto civico e moderato che avrebbe potuto fare la differenza. 

  Ma c’è di più: sembra quasi suggerire che lui stesso, se avesse potuto, avrebbe sostenuto un "campo largo" per aggregare e compattare tutte le forze possibili. È un’idea di rinnovamento autentico o solo un ritorno alle vecchie logiche di coalizione a tutti i costi? Conoci ci lascia con questo dubbio, ma è chiaro che il centrodestra, per tornare competitivo, dovrà fare i conti anche con queste riflessioni. Alla fine riconosce il merito del centrosinistra nell’aver saputo aprirsi alle forze civiche, ma avverte: "Se dimentica questa intuizione, vanificherà il risultato." Una chiara allusione al rischio che la nuova maggioranza potrebbe correre se dovesse arroccarsi sulle proprie posizioni e dimenticare chi ha realmente contribuito alla vittoria. 

  È come se Conoci stesse dicendo a Cacciotto: “Non fate lo stesso errore che abbiamo fatto noi, non dimenticate chi vi ha portato alla vittoria, altrimenti vi attende lo stesso destino.” L’ex sindaco non risparmia critiche a chi ha guidato il centrodestra negli ultimi mesi, affermando che la strategia di chi credeva di poter vincere senza il supporto delle forze civiche è stata "un errore imperdonabile." E in questa frase c’è molto più di una semplice analisi: l'ex sindaco sta evidenziando il pericolo dell'arroganza politica, un atteggiamento che non solo ha portato alla sconfitta, ma che rischia di mettere in pericolo anche la stessa stabilità della nuova amministrazione, se non terrà conto di questa lezione. La parte finale del suo intervento è forse la più interessante, perché lancia un messaggio diretto al sindaco Cacciotto: "La responsabilità di evitare questo scenario ricade anche sul sindaco, che, se vorrà veramente provare ad affrontare le sfide che Alghero deve affrontare, dovrà chiarire ai partiti tradizionali di sinistra che l’amministrazione della città deve essere gestita con pragmatismo e fuori dagli schemi nazionali, riconoscendo il valore e la necessità imprescindibile delle forze civiche e moderate." 

  Qui, Conoci suggerisce con decisione che il futuro della città non può essere guidato da logiche di partito rigide e che il pragmatismo deve essere la chiave per il successo. In fondo cosa ci lascia questa riflessione di Conoci? Una lezione per il centrodestra, che dovrà riconoscere i propri errori e ripartire dal rispetto delle sensibilità e delle forze civiche, e un avvertimento al centrosinistra: non credete di poter governare ignorando chi vi ha portato alla vittoria. La politica è un terreno precario, e solo chi sa adattarsi, ascoltare e aggregare può sperare di sopravvivere a lungo termine.

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