Comparto Unico: un diritto ancora in sospeso per i dipendenti degli enti locali

  Alghero, 4 ottobre 2024 - Il tema del "comparto unico" tra dipendenti regionali e dipendenti degli enti locali della Sardegna è una questione che si trascina da oltre quindici anni. Al centro del dibattito c'è l’equiparazione del trattamento economico e giuridico tra il personale della Regione e quello dei Comuni, delle Unioni dei Comuni, delle Città metropolitane e delle Province. Iniziata nel 2006 con la legge che ha istituito il comparto unico, la questione non ha mai trovato una piena attuazione, provocando malcontento e difficoltà operative nei territori.

  La normativa vigente, infatti, dovrebbe garantire condizioni paritarie tra i lavoratori pubblici che svolgono funzioni simili, ma la realtà attuale è ben diversa. L'ordine del giorno presentato dai partiti di opposizione ad Alghero — con Forza Italia, UDC-Patto per Alghero, Lega, Fratelli d’Italia e Prima Alghero in prima linea — denuncia questa disparità e sollecita la Giunta Todde a rispettare gli impegni presi con la legge regionale 18/2023, che aveva stanziato 52 milioni di euro per il triennio 2024-2026 per avviare concretamente l’equiparazione. La legge prevede fondi specifici: 10 milioni per il 2024, 12 milioni per il 2025 e 30 milioni a partire dal 2026, destinati a uniformare i contratti e le condizioni di lavoro tra i dipendenti regionali e quelli degli enti locali. Secondo il capogruppo di Forza Italia, Marco Tedde, la mancata attuazione della norma comporta "una pesante disparità di trattamento che favorisce lo spopolamento e provoca la fuga dei primi verso altre soluzioni lavorative". Si tratta di un problema che incide anche sulla capacità dei Comuni di attrarre personale qualificato, con la conseguente difficoltà a fornire servizi essenziali. 

  "Il Sindaco Cacciotto deve attivarsi assieme ai colleghi della Città Metropolitana affinché la Presidente della Regione e la Giunta diano attuazione alla normativa vigente", si legge nel comunicato delle forze politiche algheresi. Le forze di centrodestra chiedono un’azione congiunta che coinvolga tutti i Consigli comunali della Città Metropolitana e si dicono pronte a convocare anche sedute pubbliche presso il Consiglio Regionale a Cagliari per portare avanti la questione in modo visibile e incisivo. "La riforma è un passaggio fondamentale – aggiunge Tedde – per garantire equità e rafforzare la capacità operativa delle amministrazioni locali, che al momento si trovano fortemente svantaggiate rispetto agli uffici regionali". Dall'altra parte, la Giunta regionale sembra aver avviato il percorso di attuazione, almeno sulla carta. La presidente Alessandra Todde ha ribadito che la normativa sarà attuata in modo progressivo e che le risorse stanziate sono solo il primo passo di un processo che richiederà anche un coordinamento tra le diverse amministrazioni e sindacati. Tuttavia, la lentezza e le difficoltà burocratiche stanno suscitando forti critiche. Il presidente del Consiglio Regionale, Piero Comandini, ha assicurato che il tema "seguirà l'iter ordinario", ma i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori continuano a premere per una maggiore concretezza e rapidità.

  La questione del comparto unico è solo l'ultima di una serie di battaglie sul pubblico impiego in Sardegna. In passato, la mobilità dei dipendenti ha spesso svantaggiato i piccoli Comuni a favore della Regione, svuotando gli uffici comunali e mettendo in crisi l'efficacia delle amministrazioni locali. La speranza, per i firmatari dell'ordine del giorno, è che questa iniziativa spinga la Giunta a dare un segnale chiaro di discontinuità, portando finalmente a compimento una riforma attesa da anni. Sarà interessante vedere come la Giunta Todde, impegnata su più fronti, risponderà a questa nuova pressione politica, con le risorse disponibili che si scontrano con le necessità crescenti di un sistema pubblico ancora lontano dall’efficienza.

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