Caos al Brotzu: tra incertezze e proteste, la sanità sarda allo sfascio

  Il caos esploso al Brotzu di Cagliari e la chiusura programmata delle due sale operatorie del Businco hanno gettato benzina sul fuoco delle proteste nel mondo della sanità sarda. Da una parte, i vertici dell’Arnas, con la direttrice generale Agnese Foddis e il direttore sanitario Raimondo Pinna, rassicurano: “Nessun paziente sarà trasferito da un ospedale all’altro, nessuna seduta operatoria sarà sacrificata”. Dall’altra, il personale medico e i sindacati restano scettici, con la preoccupazione che questa riorganizzazione lampo si trasformi in un disastro per i pazienti, in particolare quelli oncologici. Le parole dei vertici, pronunciate in commissione sanità, non hanno convinto né la maggioranza né l'opposizione. Le critiche più dure arrivano dal consigliere Francesco Agus (Progressisti), che accusa l'amministrazione di navigare a vista: "Un anno fa si parlava di spostamento su gomma dei pazienti, oggi l’intero reparto viene trasferito al San Michele senza una vera pianificazione." 

  Le stesse preoccupazioni sono condivise dalla presidente della commissione, Carla Fundoni (Pd), che denuncia l’impossibilità di gestire una ristrutturazione così importante con appena un mese di preavviso. Il problema si allarga oltre la logistica delle sale operatorie. Il sindacato Usb della Sanità ha già annunciato uno sciopero per il 31 ottobre, chiedendo la stabilizzazione dei precari e denunciando una "carenza cronica" di personale, definendo il sistema sanitario sardo “agonizzante”. Le condizioni di lavoro sono insostenibili, con salari tra i più bassi d'Italia e una carenza strutturale di operatori sociosanitari, il tutto in un contesto dove le liste d'attesa sono sempre più lunghe. Il rischio è che l’intero sistema sanitario sardo crolli sotto il peso di decisioni prese all’ultimo minuto e senza una vera programmazione. I vertici dell'Arnas si sono affrettati a precisare che non è stato speso un euro per questa riorganizzazione, ma ciò che manca è una strategia a lungo termine. I lavoratori, i pazienti e i cittadini attendono risposte, e la politica non può permettersi di ignorare una situazione che rischia di degenerare ulteriormente. Se si aggiunge il silenzio assordante dell’assessore alla sanità, il quadro è completo: una crisi senza precedenti, dove i pazienti sono i primi a pagare il prezzo delle mancanze politiche e gestionali.

Attualità

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