Il tempo è un concetto sfuggente. Ieri/oggi in Consiglio comunale, si è passati in dodici ore (dalle 16 alle 6 del mattino) da un Lo Re pistolero a un Italo Locale che, a sette minuti dalla fine della diretta interminabile in teatro, ha detto a tutti i presenti: "non prendetemi in giro". Però alla fine c'è da chiedersi: perché presentare infiniti emendamenti ben consapevoli del fatto che non si avrà mai il tempo di poterli votare tutti? Insomma, ogni emendamento un voto, ogni voto un secondo in più lontani dal letto. Cosa non si fa per il nuovo non nuovo, perfezionato, senza padre né madre, regolamento dei suoli pubblici. Questo e altro.
Qualcuno ha detto che alla fine il Consiglio si sia riunito a fare colazione da Pognetta e lì, come nella notte dei pennarelli—o meglio, all’alba dei pennarelli—hanno modificato il regolamento del servizio al tavolo del noto bar del principato della Parrera. Il Consiglio di ieri è durato più di dodici ore. Poveri dipendenti comunali.
Qualcuno si è chiesto: ma Italo come fa a parlare così tanto senza bere mai, senza incespicare? Più che un eroe stoico sembra un cyborg. Per il resto, che dire? Il Pifferaio latino si è addormentato. Si è suonato il piffero da solo, o meglio, glielo ha suonato Italo. Prima, però, si è difeso: "Io ho un conflitto di interessi? Yellow", rimandando indietro le critiche. Giuridicamente l'ha salvato San Marco: "Eh, l'articolo 78 del TUEL ha due commi interpretabili". Che due balle. Conflitto d'interesse c'è, conflitto d'interesse non c'è.
Italo sembrava un venditore ambulante di una volta: partiva con l’elenco dei prodotti in vendita: mele, pere, banane, olio extravergine, tavolini, decorazioni, distanze, concessioni, ecobox, distanze così all'infinito. Sostituire frase x con frase y, la virgola con il punto e virgola, il punto con la virgola. Il fatto è che alla fine gli hanno bocciato tutto. Verso le cinque del mattino stava delirando ha proposto di istituire delle premialità agli imprenditori perché si affittino un locale per metterci dentro la mondezza perché gli ecobox puzzano. Stratega dal naso fino.
Poi non dimentichiamoci la "presa di potere" comunista del presidente Palmirisi, quando ha deciso di saltare gli ordini del giorno: "Io, con il potere conferitomi da me stesso insieme agli altri (ma gli altri chi? con chi parlava i suoi cloni?) decido di passare al numero 21 e poi al 22". Qualcuno gli ha detto: "Oh, non mi togliere il ruolo, cosa sei diventato, un fratello anche tu?". Hanno proposto di iscriverlo alla gioventù bruciata di Noli Me Tangere. Eresie di tarda notte. Queste botteghe oscure mazziniane son così: dolcemente complicate. Ma riannodiamo il filo.
Ramon I ha iniziato il Consiglio dicendo che ha parlato con il Rombo di Tuono della sanità e che è tutto apposto. Già, ci tiene a noi. Sono partite una passata di pernacchie da opposizione e maggioranza, che poi, maggioranza… Lo Re. Lo Re non è né in maggioranza né all'opposizione. LVI è. Basta questo. Ma bando alle ciance: subito dopo son partite le solite brevi e interminabili segnalazioni.
L’eterea assessora del sonetto sta combattendo con le mail. Son tre mesi che qualcuno vuole iniziare il tirocinio in Comune, ma non riescono a capire chi. In fondo, il tirocinante non lo sa, ma sta già imparando tanto: tre mesi a cercare una mail, tre mesi a rispondere e altrettanti per fornire un contatto telefonico. Se non è tirocinio questo. Classica storia: vai in Comune e poi muori. In fondo si corre troppo di questi tempi, ma in Comune si rallenta tutto. È quasi poetico. Si è difesa dicendo che no, non l'ha vista, che ne riceve troppe di email, che magari al prossimo Consiglio troveranno una soluzione. A poc a poc.
Poi ci sono i bambini della Parrera che, quando piove, per andare a scuola devono vestirsi da palombari per superare l'acqua. L’assessore Francis l'aggiustatutto ha detto che risolveranno a breve. A breve, che bel concetto. Sempre con calma.
Ma il meglio doveva ancora venire. Ma non prima delle scuse di Lo Re a Rombo di Tuono: "Scusami Gigi, per questa volta ho sbagliato il tiro". In fondo, l’advucat gli ha detto: "E fes de bo’, che ci dobbiamo candidare a città gentile, che figura ci facciamo".
Poi è partito Italo. Italo che è un treno superveloce, ma non quello di Alghero. Qui è lungo, prolisso, infinito. Meno male che ci siamo noi a riassumere la carica dei suoi 101 emendamenti e più in breve, questo è il risultato: "zzzzzzzzzzzzz". Chiaro, no?
Hanno parlato in tanti. Colle del Tormento ce l’aveva perché anche quando parlava lui, Italo borbottava: "E lasciami dire anche a me un po' di fesserie! Noi non siamo sceriffi, ma in città ci vuole ordine". Eppure ce lo vediamo bene insieme a quelli del "Ce l’ho duro", ha lo stesso linguaggio.
Mentre Susanna, amante del citazionismo da tesi di laurea, incredibilmente ha parlato anche lei, sarà stato il delirio della notte, e ha snocciolato un po' di frasi cariche di pathos, dette da altri, all’amico Maccio: "Guarda che Dio ti guarda, io te lo dico, fai da bravo". Facendo scattare Lo Re che ha detto: "Cazz, anche lei sta imparando, eh? Tutto grazie allo Zio Attila, il fratello di Dio".
Ma alla fine di tutto, di questo Consiglio durato più della più lunga partita di tennis al mondo, c'è un mistero insoluto: la diretta su YouTube si è conclusa improvvisamente a 11 ore e 54 minuti. Qualcuno si è addormentato sulla strumentazione o ci stanno nascondendo qualcosa? Magari si son presi a sberle? Chi lo sa. Magari sul web, a breve, spunteranno video di sedicenti esperti che parleranno del mistero del Teatro Ballero, quando ad Alghero il concetto di tempo è diventato non relativo, ma infinito. Il 18 ci sarà un nuovo consiglio preparate i termos di caffè ne avremo bisogno. Mentana è già stato contattato per una maratona sperando e qui, anche noi, facciamo come Susanna chiudendo con una citazione dotta, sperando di non fare la fine dei persiani a Maratona. Però una cosa la sappiamo, il nostro condottiero, il nostro Temistocle sarà Lo Re quindi saremo sicuramente in una botte di ferro...piena di caffè.