?Sinner concede il bis a Melbourne. Jannik mette la modalità “mostro” in finale con Zverev e si prende gli Australian Open per la seconda volta consecutiva. È il terzo Slam per il tennista italiano, che a soli 23 anni supera Nicola Pietrangeli. Ormai ci ha abituato a queste imprese, sembra tutto scontato, ma non è così. I numeri sono impressionanti: Sinner non ha concesso a Zverev nemmeno un break, ha chiuso la finale in due ore e 42 minuti dominando. Solo in due game al servizio, ha permesso al tedesco di arrivare fino ai vantaggi, ma niente di più. L'anno scorso con Medvedev era andato sotto 2-0, poi aveva vinto dopo una clamorosa rimonta. Questa volta non c'è stata partita. Non sembrava affatto la sfida tra il numero uno e il numero due al mondo, il divario in campo era molto più ampio. Non è stato tutte rose e fiori. Sinner ha saputo soffrire: agli ottavi di finale con Rune ha lottato anche contro un virus, che ha rischiato di sbatterlo fuori, ma ha tirato fuori tutte le energie che aveva. Ha concesso solo due set in tutto il torneo, uno a sorpresa a Sckoolkate, australiano numero 173 al mondo. Con De Minaur, come al solito, non c'è stata partita. Anche contro Shelton ha sofferto solo il primo set prima di prendere il largo.
Spazzata via tutta la concorrenza. Quando è servito ha dato qualcosa in più. E poi si è comportato da campione, come sempre, anche fuori dal campo. Subito dopo la vittoria è andato ad abbracciare e consolare Zverev, che stava piangendo. Il tedesco ha perso la terza finale Slam, ma ha poco da recriminarsi: Sinner è stato semplicemente troppo più forte. A turno sono spuntati i vari detrattori, da Kyrgios alla Bild, nel tentativo di destabilizzarlo. Jannik, come sempre, ha risposto sul campo. Il 2025 è iniziato come il 2024 con la vittoria dell'Happy Slam. E Sinner adesso è davvero felice.