Ritrovare Claudio Ranieri fa un certo effetto. Non sarà una gara come le altre per un Cagliari alla strenua ricerca della propria dimensione. I rossoblù sono reduci da una serie di due pareggi ed altrettante sconfitte che hanno posizionato la formazione di Davide Nicola in una sorta di limbo, con 4 punti di vantaggio sulla terz’ultima che non possono lasciare tranquilli. Cagliari che anche a Roma proverà a cogliere almeno un punto contro una formazione di prima fascia, come già accaduto a Milano (casa rossonera), Torino (con la Juventus) e Bergamo. L’incognita è rappresentata dalle assenze: Zappa si è fermato e va ad aggiungersi alle indisponibilità di Coman e Luvumbo. Le corsie esterne sono in affanno. È attesa una variazione di schema con la difesa a tre, con Zortea che sulla destra dovrà adattarsi a fare il pendolo, aiutando la difesa. Davide Nicola elogia i suoi: “Sono orgoglioso di allenare questa squadra: tutti questi ragazzi hanno un senso di appartenenza fondamentale. La classifica rispetto a quella dello scorso anno è abbastanza simile: il nostro obiettivo si concretizzerà alla 38esima giornata, dobbiamo esserne consapevoli. Allo stesso tempo dobbiamo essere più convinti che mai: dobbiamo continuare a fare punti anche in partite apparentemente dal risultato scontato”. Ed in merito alla lotta per la salvezza, il mister rossoblù è sintetico: “Con la vittoria contro il Lecce il Genoa ha fatto un bel balzo in avanti. Noi dobbiamo tenerci pronti per la volata finale tenendo alto il livello di concentrazione”.
Quindi sulle assenze: “Zappa non ci sarà, ma non avrebbe comunque giocato questa gara, ne avevamo già parlato. Abbiamo 3-4 giocatori che stanno giocando molte partite insieme, non è possibile sostituirli temporaneamente, si toglierebbero delle certezze acquisite. Ma nel momento in cui manca uno di questi calciatori, noi fortunatamente abbiamo già lavorato dal ritiro su situazioni diverse, modi di stare in campo diversi, oppure semplicemente utilizzando Zortea in un altro modo: viene impiegato in un ruolo, ma può interpretarne anche un altro. Abbiamo preparato questa settimana due modi di stare in campo che ci potessero dare la consapevolezza di essere competitivi. Abbiamo lavorato bene con delle intuizioni che potrebbero essere interessante vedere e sperimentare. Coman ha un’infiammazione, siamo fiduciosi di poterlo recuperare durante la sosta, avremo la possibilità di lavorare con lui per due settimane, dato che non parteciperà agli impegni con la Nazionale. Luvumbo sta risolvendo un problema muscolare, ma anche nel suo caso siamo fiduciosi. Con Gaetano stiamo gestendo degli acciacchi che si sta trascinando da tempo: quando può lavorare di più non si tira mai indietro, cerchiamo di dargli una mano sui carichi di lavoro. Prati? Può giocare. Sicuramente giocherà Palomino. Per un allenatore è importante lavorare su nuove soluzioni, crea nuove idee, intuizioni, si dà la possibilità a certi calciatori di essere importanti e decisivi, calati nel progetto. Un allenatore è sempre contento di poter gratificare, soprattutto in un gruppo come questo dove il lavoro e gli impegni sono sempre massimali. In questa settimana ci siamo focalizzati tanto anche su Kingstone, è un calciatore che non ha ancora un’identità di ruolo, ci stiamo lavorando”.
Poi Davide Nicola esalta il prossimo avversario: “La Roma con mister Ranieri ha fatto una grandissima inversione di tendenza, non solo nei numeri, a dimostrazione che la squadra è costruita per essere competitiva per altri obiettivi e questo lo sta dimostrando: lo dicono i punti, le prestazioni. In Coppa avevano un avversario tosto, gli errori possono capitare a chiunque, anche ai giocatori di livello. La squadra ha fatto la gara che doveva fare, con grande intensità ma senza concedere troppi spazi, ma l’Atletico Bilbao non era di certo l’ultimo arrivato. La Roma è una squadra qualitativa, competitiva, ha un modo chiaro di stare in campo. Non è facile trovare dei difetti: i suoi migliori giocatori sono stati portati a certi livelli, inseriti nel progetto e resi importanti. Sanno sia controllare l’ampiezza che creare densità. Guardo però anche alla prestazione che possiamo fare noi: giocheremo contro un avversario forte, in uno stadio importante, da qui l’energia, l’entusiasmo, la voglia di volersi misurare con loro. Dovremo essere molto bravi a capire che non possiamo interpretare solo una forma di partita: in certe situazioni dovremo essere molto aggressivi, togliere spazio, senza rinunciare a creare gioco. Questa settimana ci siamo focalizzati su un aspetto migliorabile: la continuità e la fluidità del gioco nell’attacco alla linea di difesa avversaria”.
Un ritorno indietro nel tempo, al pareggio della settimana scorsa: “Contro il Genoa rimetterei Augello al posto di Felici? Assolutamente sì, ogni calciatore ha certe caratteristiche che magari ti danno qualcosa da una parte meno dall’altra. Poi ci sono gli stati di forma, fisici e mentali, dei calciatori. Di certo non abbiamo affrontato una squadra di poco conto: stanno stare in campo, sono competitivi con chiunque e fanno risultati importanti. Abbiamo preso un punto di valore, fermo restando che noi giochiamo sempre per vincere e miriamo sempre a una determinante produzione di gioco. Poi arriva un certo momento in cui devi essere conscio delle situazioni che stai attraversando e cercare di prendere il massimo da tutte le situazioni. In fase di mercato si è parlato della possibilità di avere nelle soluzioni qualcuno che potesse avere caratteristiche diverse. Però dietro avevamo un determinato tipo di ragionamento: una considerazione mia, del Direttore e del Presidente. Quando ci siamo incontrati ho esposto le mie idee, poi bisogna sempre vedere cosa si può fare, quando e chi si prende. Perché non si possono prendere dei calciatori tanto per, non avrebbe senso. Dal momento in cui questa squadra già dal ritiro aveva lavorato in un modo, poi sostanzialmente ci siamo trovati bene ad interpretare un altro modo di stare in campo, che i ragazzi già conoscevano e che a me piace, nel momento in cui non ci sono caratteristiche certe per poter stare in campo in un certo modo, non cambiano i movimenti i principi, cambiano le caratteristiche degli interpreti. Da lì si adottano strategie diverse. Da una difesa a quattro che poi diventa a cinque perché abbassi Zortea, o da una tre che diventa a quattro perché uno degli esterni resta basso, per noi non cambia niente nello sviluppo. In qualsiasi modo noi stiamo in campo ricerchiamo sempre le stesse triangolazioni: la squadra questo lo conosce e ciò ti permette di non farti fossilizzare solo un modo di stare in campo. Questo è un aspetto avvincente e stimolante: è compito dell’allenatore creare degli adattamenti, delle soluzioni nuove, laddove le caratteristiche non sono le stesse”.
Quasi un predestinato Davide Nicola: “Per me allenare il Cagliari è stata subito un’opportunità da cogliere subito. Così come prendere il testimone da un allenatore così importante come mister Ranieri è una grandissima gratificazione, di certo non un peso. Quello che apprezzo in lui è la grande qualità dell’uomo e del professionista: la capacità di creare rispetto in un ambiente tra le varie componenti e ruoli, il modo di porsi rispettando sempre tutti, dicendo ciò che si pensa, con educazione. Da un punto di vista professionale credo che mister Ranieri sia un punto di riferimento per molti allenatori, non solo per me. Poi ognuno fa la sua strada. Il Cagliari gioca con una sua precisa idea, non so quanto ci possa essere tra ciò che propongo io e ciò che si proponeva prima. Dal primo giorno qui non ho fatto altro che pensare a mettere il massimo del mio entusiasmo per trovare la nostra impronta”.