In un’azione mirata a contrastare il bracconaggio nelle preziose zone umide dell’oristanese, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale (CFVA) della Stazione di Marrubiu ha sorpreso un uomo di 58 anni, residente nel territorio terralbese, intento a cacciare illegalmente nell’Oasi di Protezione Faunistica di "Corru s'Ittiri", ad Arborea. L’area, conosciuta per la sua ricchezza di avifauna e meta prediletta per il birdwatching, è stata teatro di un episodio che mette ancora una volta in luce la minaccia del bracconaggio per la biodiversità sarda.
L’operazione è scattata nei giorni scorsi, quando una pattuglia del CFVA ha udito spari provenienti dall’Oasi. Dopo aver predisposto un appostamento, gli agenti hanno colto il bracconiere in flagranza di reato mentre abbatteva selvaggina protetta, tra cui un esemplare di Germano reale, utilizzando richiami vietati. Il personale forestale ha immediatamente sequestrato il fucile da caccia calibro 12, le munizioni e la selvaggina abbattuta.
La Procura della Repubblica di Oristano ha convalidato il sequestro, e l’uomo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione della Legge 157/92.
Oltre alla violazione penale, al trasgressore sono stati contestati illeciti amministrativi per l’uso di munizioni al piombo, proibite nelle zone umide per il loro impatto ecologico, e per l’abbandono dei bossoli, come stabilito dalla normativa regionale. Ora il bracconiere rischia non solo un arresto fino a sei mesi e un’ammenda che può raggiungere i 1.549 euro, ma anche la sospensione della licenza di caccia per un periodo compreso tra uno e tre anni.
Questa azione mette in evidenza l’importanza della protezione delle zone umide come "Corru s'Ittiri", area fondamentale per la conservazione delle specie migratorie e locali. Classificata come Sito di Interesse Comunitario (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) e parte della Rete Natura 2000, l'Oasi svolge un ruolo cruciale per la sosta, la riproduzione e il svernamento di numerose specie di uccelli. L'operazione del CFVA sottolinea la necessità di vigilanza e tutela in questi ambienti delicati, ricordando che la caccia illegale non è solo una violazione di legge, ma un grave attentato alla biodiversità sarda.