Una lottizzazione bloccata, abusi edilizi accertati dalla Cassazione, un intricato scontro tra norme urbanistiche e interessi privati. La vicenda di Calabona non è solo un problema locale, ma un caso emblematico di come burocrazia e politica possano rendere irrisolvibile una questione per decenni. Nel luglio 2024, il Consiglio Comunale ha bocciato il piano di lottizzazione presentato dai privati, confermando il rigetto con la delibera n. 53. Ma il dibattito non si è chiuso. Anzi, si è riaperto con ancora più forza quando, nel febbraio 2025, Marco Colledanchise, consigliere comunale di Futuro Comune e membro della maggioranza, ha dichiarato su Facebook di volerci vedere chiaro sulla faccenda. A questa uscita ha fatto seguito Alessandro Cocco (FdI), che ha riportato la questione in Consiglio Comunale. Un caso che sembrava chiuso è tornato d’attualità, sollevando nuove domande. Perché è stato votato favorevolmente il diniego al piano di lottizzazione? Cosa si nasconde dietro questa decisione? È stata una scelta puramente tecnica, legata al Piano Paesaggistico Regionale (PPR), o una mossa politica per fermare un progetto scomodo?
Le radici del problema: concessioni, abusi e primi ricorsi
Ecco la cronologia degli eventi che hanno portato alla bocciatura del piano di lottizzazione:
Fasi iniziali e primi sospetti
1984 – Il Comune rilascia le concessioni edilizie n. 224/84 e 301/84 per la costruzione di alcuni fabbricati nell’area. Sulla carta, tutto regolare.
1987-1997 – Emergono le prime contestazioni: si sospetta che alcune costruzioni (le pagode Mariani) non rispettino le distanze previste dalle normative edilizie. Il caso finisce in tribunale.
1997 – Con la deliberazione n. 71 del 4 ottobre, il Consiglio Comunale adotta il piano di lottizzazione, ma dopo verifiche e osservazioni di alcuni consiglieri comunali, l'amministrazione non dà seguito all’iter di approvazione.
La questione si complica
2002 – Documenti interni indicano che gli stessi residenti delle palazzine Mariani erano a conoscenza delle irregolarità e sollecitavano una soluzione ai lottizzanti.
2006-2017 – Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) del 2006 impone vincoli più stringenti.
Il Comune richiede un parere pro veritate, che ripercorre in maniera cronologica la vicenda.
2017 – Il Comune adotta la delibera n. 17, un’interpretazione autentica del PRG che sembrerebbe consentire la pianificazione separata delle sottozone C, aprendo uno spiraglio alla lottizzazione.
La svolta giudiziaria
2017 – La Cassazione si pronuncia in via definitiva: l’abuso edilizio esiste ed è accertato. Tuttavia, il Comune non interviene in autotutela.
15 luglio 2024 – Il Consiglio Comunale rigetta la lottizzazione, sostenendo che l’area non rispetta i criteri del PPR e non può essere urbanizzata.
Secondo l’amministrazione comunale, il piano di lottizzazione non può essere approvato per non conformità al PPR
Il Comune sostiene che l’area non sia “interclusa” e quindi non rispetti i requisiti per la lottizzazione.
Ma l’opposizione, guidata dal consigliere Alessandro Cocco (FdI), non ci sta e solleva diversi dubbi:
Perché la delibera del 2017 non è stata considerata?
Se quella delibera permetteva la pianificazione separata, perché oggi il Comune nega questa possibilità?
Perché non sono state chieste integrazioni documentali ai lottizzanti prima di rigettare il piano?
Perché il Comune ignora le sentenze sugli abusi edilizi?
Le domande ancora senza risposta
Perché il Comune non ha considerato la delibera del 2017, che avrebbe potuto consentire la lottizzazione?
Se la Cassazione ha riconosciuto l’abuso edilizio, perché il Comune non interviene?
Gli abitanti delle palazzine Mariani erano davvero in buona fede o erano consapevoli delle irregolarità?
La bocciatura della lottizzazione è stata una scelta puramente tecnica o c’era anche una componente politica?
Il rigetto del piano di lottizzazione non ha posto fine alla vicenda. L’attenzione sollevata da Colledanchise e Cocco ha riaperto il dibattito e i lottizzanti potrebbero ricorrere al TAR per contestare la decisione del Comune. La battaglia tra PPR, PRG e interpretazioni normative non è finita. Il rischio di contenziosi legali è alto, e la vicenda potrebbe protrarsi ancora a lungo. Nel prossimo articolo, analizzeremo nel dettaglio le risposte dell’amministrazione comunale e il contenuto dell’interrogazione presentata in Consiglio, per capire se il diniego alla lottizzazione fosse inevitabile o frutto di una scelta politica.