Dopo quasi due decenni di immobilismo, la Sardegna si prepara a rivedere uno degli strumenti più incisivi per la pianificazione territoriale: il Piano Paesaggistico Regionale (PPR). L’avvio del processo di aggiornamento è stato ufficialmente segnato dalla riunione del Comitato tecnico del 4 marzo scorso, primo passo di un iter complesso che coinvolgerà Regione e Ministero. Una svolta attesa, resa necessaria dai mutamenti radicali che hanno interessato il territorio sardo negli ultimi vent’anni.
Alla riunione hanno preso parte l’assessore regionale dell’Urbanistica, Francesco Spanedda, i rappresentanti del Segretariato e delle Soprintendenze, oltre ai tecnici della Direzione generale dell’Urbanistica. La revisione del PPR, la cui prima redazione risale al 2006, nasce dall’esigenza di affrontare nuove sfide come la pressione della speculazione edilizia, l’espansione delle energie rinnovabili, i cambiamenti climatici e il fenomeno sempre più marcato dello spopolamento dei centri minori.
«Dopo quasi un ventennio, aggiornare il Piano non è solo una necessità operativa», ha dichiarato l’assessore Spanedda. «Molto è cambiato in questo periodo: basti pensare alle nuove forme di speculazione su alcune aree del territorio, ai mutamenti climatici o al dramma dello spopolamento che sta svuotando le zone interne».
L’aggiornamento del PPR richiederà un’analisi approfondita di 130 decreti ministeriali di vincolo, che si aggiungono ai 40 già validati. Questi vincoli riguardano aree di particolare pregio ambientale e culturale: gruppi montuosi, edifici storici e beni identitari. Tra i siti più significativi figurano il castello di Las Plassas, il complesso di Monte Arcosu, Porto Ferro, Argentiera e la Giara. La revisione dovrà dunque tenere conto di una vasta gamma di fattori, dalla tutela paesaggistica alle esigenze di sviluppo locale.
Ma il nuovo Piano non si limiterà a una mera revisione dei vincoli: si inserisce all’interno di un progetto politico più ampio, che rientra nel quinto Asse programmatico della giunta regionale. «L’avvio dei lavori risponde anche all’esigenza di tenere fede agli impegni assunti dalla presidente Todde e dalla coalizione di maggioranza», ha sottolineato Spanedda. L’obiettivo è ridefinire gli ambiti di paesaggio non costieri e rivedere i rapporti tra urbanistica e paesaggio, promuovendo una gestione più sostenibile e strategica del territorio.
Uno degli aspetti più innovativi della revisione sarà il supporto agli enti locali, in particolare ai piccoli comuni, spesso privi di risorse tecniche adeguate. «Il Piano avvierà un processo di affiancamento per le amministrazioni locali, soprattutto nei territori più fragili e isolati, rafforzandone le strutture tecniche», ha concluso l’assessore.
L’aggiornamento del PPR non è dunque un mero esercizio burocratico, ma una necessità dettata dai cambiamenti epocali che hanno interessato la Sardegna. Resta da vedere se la Regione saprà gestire il processo con l’equilibrio necessario tra tutela e sviluppo, senza cedere alle pressioni speculative che da sempre minacciano l’armonia del paesaggio isolano.