Sassari, 6 marzo 2025 - Sei mesi di impegno sul campo, tra strade, piazze e scuole, per sensibilizzare i giovani sui pericoli legati alla guida in stato di alterazione. Il progetto "On the Road", promosso dalla Polizia locale di Sassari con il sostegno di istituzioni accademiche e realtà associative, ha coinvolto 5.000 ragazzi dai 14 anni in su, puntando su un approccio diretto e interattivo per modificare la percezione del rischio legata all’abuso di alcol e sostanze stupefacenti al volante. Un’iniziativa resa possibile grazie a un finanziamento ministeriale ottenuto dal Comando di via Carlo Felice e supportata da uno studio scientifico senza precedenti a livello nazionale.
Questa mattina, nella sala Langiu, il sindaco Giuseppe Mascia, il comandante della Polizia locale Gianni Serra, il professor Marco Calaresu dell’Università di Sassari, Claudia Spanu della cooperativa Gaia Scienza e Maria Barca della società di comunicazione Pubblicitas hanno presentato il bilancio del progetto e i risultati dello studio.
Tra giugno e ottobre, squadre composte da educatori e agenti hanno operato nei principali punti di ritrovo dei giovani, tra cui piazza Tola, piazza d’Italia, piazza Castello, Platamona, via Roma, via Asproni, piazza Azuni, Ottava e le aree adiacenti alle discoteche. Le attività hanno incluso il dialogo diretto con i ragazzi, l’uso di visori per simulare lo stato di ebbrezza, la diffusione di video sui social e la distribuzione di gadget informativi. Da ottobre a dicembre, il percorso è proseguito con incontri nelle scuole superiori e nuove iniziative nelle piazze cittadine.
Parallelamente, la Polizia locale ha intensificato i controlli su strada, monitorando l’incidenza degli incidenti stradali legati all’abuso di alcol e droga. I dati raccolti indicano un calo sia del numero di sinistri che dei giovani trovati alla guida in stato di alterazione rispetto allo stesso periodo del 2023.
Uno degli aspetti centrali del progetto è stato l’approfondimento scientifico condotto dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari, con il professor Calaresu che ha elaborato un’analisi dettagliata su un campione di quasi 700 giovani tra i 18 e i 25 anni. L’indagine ha rivelato che il 62,2% degli intervistati ritiene estremamente rischiosa la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, mentre il 49,8% esprime la stessa convinzione riguardo all’alcol. Tuttavia, la consapevolezza del rischio non sempre si traduce in comportamenti virtuosi: il 17,5% dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni ha ammesso di aver guidato dopo aver bevuto o assunto droghe, percentuale che sale al 48,9% tra i 24-25enni.
Significativa anche la correlazione tra gli anni di possesso della patente e la guida in stato di alterazione: il 12,9% dei neopatentati (meno di un anno di esperienza) ha ammesso di aver guidato sotto l’effetto di alcol o droghe, una percentuale che cresce fino al 62,8% tra coloro che hanno la patente da 5-7 anni.
Il progetto ha evidenziato l’importanza di adattare le campagne di comunicazione al linguaggio e ai mezzi utilizzati dai giovani. I risultati suggeriscono che una maggiore presenza sui social media e nelle scuole potrebbe aumentare l’efficacia della sensibilizzazione. Tra le iniziative più apprezzate, l’installazione di una postazione mobile per i pre-test alcolemici, che ha contribuito a superare la percezione esclusivamente punitiva dei controlli, e i visori per la simulazione dello stato di ebbrezza, che hanno permesso ai giovani di sperimentare in prima persona gli effetti della ridotta capacità di coordinazione e percezione.
L’obiettivo resta quello di costruire un ambiente di fiducia e dialogo tra le forze dell’ordine e le nuove generazioni, consolidando un percorso di prevenzione che non si limiti alla repressione, ma incida profondamente sulla cultura della sicurezza stradale.