Una manifestazione partecipata e determinata si è svolta oggi a Cagliari davanti all’Ospedale Oncologico Businco, promossa dall’USB Sanità, per dire no al previsto trasferimento delle sale operatorie presso l’ospedale San Michele, in programma per il prossimo 12 aprile. Al centro della protesta, il timore che questo spostamento possa mettere a rischio l’intera funzione oncologica del presidio e aggravare le condizioni di un altro ospedale già provato.
“Fermatevi! Non ammazzate il Businco” recitava lo striscione che ha accompagnato l’iniziativa, diventando slogan simbolo della mobilitazione. I rappresentanti dell’USB hanno espresso forte contrarietà alla decisione della Direzione Generale, contestando quella che definiscono una misura dannosa per l’intero sistema sanitario regionale.
Secondo il sindacato, “questa decisione comporterà senza dubbio gravi criticità all'interno di un ospedale già in sovraffollamento e carente dal punto di vista strutturale e impiantistico”. USB Sanità contesta l’utilizzo del PNRR, chiarendo che i fondi non sono finalizzati alla ristrutturazione delle sale operatorie, come affermato, ma all’adeguamento sismico dell’intera struttura. “Gli interessi economici non possono anteporre il diritto alla salute e alle cure”, dichiarano.
Nel corso della manifestazione, è stata avanzata una proposta alternativa: “Il secondo piano del Polo Oncologico ospita un’intera ala attualmente utilizzata come deposito, che potrebbe essere trasformata in un blocco operatorio funzionale e sicuro”.
USB ha posto anche l’attenzione su salari adeguati e la necessità di un piano straordinario di assunzioni, denunciando una situazione di cronica carenza di personale: “Non è più tollerabile che infermieri, OSS e personale sanitario siano ridotti all'osso e costretti a gestire attività assistenziali così complesse”.
La protesta si è conclusa con un appello alla politica affinché si assuma la responsabilità di intervenire: “Abbiamo chiesto alla parte politica di intervenire immediatamente affinché la Direzione Generale riveda questa decisione scellerata e pericolosa. È inaccettabile continuare a dialogare con chi ha eretto un muro, procedendo in totale autonomia”.
USB Sanità ha infine comunicato l’intenzione di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, per verificare la legittimità dell’operazione in atto. “Continueremo a lottare per il diritto alla salute e per una sanità che rispetti le esigenze dei cittadini e degli operatori”, conclude il comunicato.