“La salute dell’essere”: tra spiritualità e medicina, riflessioni alla Chiesa di Scientology in occasione della Giornata internazionale della salute

La serata di lunedì 7 aprile, in occasione della giornata internazionale della salute, alla Chiesa di Scientology della Sardegna, si è svolta una conferenza dal titolo “La Salute dell’Essere”. Oltre al presidente della Chiesa, Nicola Oi, sono intervenuti illustrissimi ospiti del campo della spiritualità e della medicina che, coi loro interventi, hanno messo in luce quanto sia importante trovare un equilibrio nell’occuparsi del benessere della persona a tutto tondo. Dopo il benvenuto con la lettura dell’articolo “Un riassunto di Scientology per gli Scienziati” scritto da L. Ron Hubbard, fondatore della religione di Scientology, la parola è passata a Swami Mahavir monaco del movimento per la coscienza di Krishna, presentato dal rappresentante regionale dei devoti, Yudhisthira Dasa. Il monaco e predicatore del movimento Hare Krishna, ha messo in luce vari aspetti della salute estendendo il discorso alla necessità di avere cura dell’anima, coltivare il rapporto e il raffronto con Dio e sottolineando l’importanza di avere una giusta attenzione e considerazione del fatto che il corpo fisico ha un suo specifico meccanismo di funzionamento, differente da quello dello spirito, ma che entrambi possono avere influenza reciproca. Ha spiegato la profonda visione presentata nei Veda in relazione a questi argomenti e quanto sia importante trovare equilibrio. Gli ha fatto seguito il Prof. Antonio Macciò, oncologo e ricercatore, il quale ha esordito leggendo il titolo di una pubblicazione scientifica del 2023 dal titolo “La sopravvivenza come esito clinico ed il suo significato spirituale, in un gruppo di pazienti con malattia neoplastica dell’apparato genitale avanzata”. Ha sviluppato il suo discorso mettendo in luce quanta dedizione, come oncologo, riponga sul fatto che il paziente comprenda l’importanza di riempire la propria vita di significati positivi, di vivere ricercando comunque la felicità nel totale rispetto della consapevolezza che certe malattie possano non avere via d’uscita se non la morte. Da qui un’ampia riflessione sul fatto che la morte debba essere accettata come parte finale della vita e che lui, come oncologo, si trova a “chiederle” tempo per i suoi pazienti. Il legame dunque tra uno stato di benessere spirituale e la buona efficacia delle cure mediche, sembra così stretto da essere individuato come elemento che determina la buona riuscita del trattamento medico e in ogni caso determina un guadagno alla persona e chi la circonda. In conclusione, partendo da un punto di vista prettamente spirituale, quello del monaco, e sviluppando l’argomento sotto il profilo medico, quello dell’oncologo, è stato sottolineato quanto spirito e corpo necessitino di cure distinte. Non si può prescindere dal medico e dalle consuete maniere di occuparsi del corpo, tuttavia nel contempo non si può mancare di trovare il proprio equilibrio spirituale ed emotivo se si vuole raggiungere una vera e propria salute dell’essere. I mantra Hare Krishna hanno posto fine alla serata regalando un momento di profonda spiritualità.

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