Non la neve vera, ma quella evocata da parole e silenzi, è caduta
mercoledì sera sul palco del Teatro Houdini. Alle 19:30 del 26 marzo si è alzato il sipario su La
Tormenta, adattamento teatrale tratto dall’omonimo racconto di Aleksandr S.
Puškin, per la regia di Gianni Simeone e la produzione della Scuola Tascabile di
Teatro.
A dare corpo e voce alla storia, oltre allo stesso Simeone, sono stati Angelo
Congiu, attore, e due giovani interpreti, Danilo Codina e Manuela Tegas, allievi
della Scuola Tascabile di Teatro, che hanno saputo misurarsi con un testo denso di
atmosfera e sottintesi.
Sulla scena, volutamente scarna e disadorna, si è raccontata la Russia
ottocentesca attraversata dalle sue bufere, non solo di neve ma di sentimenti.
Vlàdimir e Màr'ja, giovani innamorati ostacolati dai genitori di lei, inseguono il sogno
di un amore capace di superare barriere e tormenti, mentre tutt'intorno non si
odono fragori di guerra, ma sussurri di vento, scricchiolii di passi nella neve e note
leggere, che sembrano vibrare direttamente dal cuore della vicenda.
Simeone ha diretto con sobrietà e misura, lasciando che fossero le sfumature, più
che i toni forti, a far emergere la trama del destino e dell’inganno. Il pubblico ha
seguito in silenzio attento l’intreccio, complice anche l'intimità del Teatro Houdini,
luogo ideale per una narrazione che ha bisogno di vicinanza e respiro.
A chiudere la serata, l’artista circense Jenny Rombai ha offerto una breve
esibizione, quasi un bis fuori programma, preludio al seminario che terrà il 3 e 4
maggio sempre negli spazi della Scuola Tascabile. Un momento lieve e sospeso
che ha saputo ben accordarsi con l’atmosfera dello spettacolo.
La Tormenta ha così donato al pubblico un frammento di poesia d’altri tempi,
confermando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il palcoscenico resta ancora
oggi il luogo privilegiato dove amore, destino e sogno si danno appuntamento.