Il banditismo sardo. È sempre in evoluzione. Lasciata la tragica e aberrante stagione dei sequestri di persona, il nuovo business è diventato il commercio di droga. L'ultimo trend è quello degli assalti stradali ai portavalori e addirittura alle sue basi. Come accaduto con la rapina alla Mondialpol di Sassari. Che ha fruttato ad un commando stile militare un bottino di 15 milioni di euro. Lo hanno ricordato, il 25 gennaio, anche Gemma Cucca (Presidente Corte d'Appello) e Luigi Patronaggio (Procuratore Generale) inaugurando a Cagliari l'anno giudiziario. Hanno sottolineato che questa è la nuova vera emergenza della criminalità sarda. L'assalto ai due furgoni con i soldi delle pensioni, in autostrada, a pochi km da Livorno, in Toscana, sembra essere l'ultimo agguato di matrice isolana. Visto che i membri del commando si esprimevano con chiaro accento sardo. E ai testimoni è rimasta impressa l'esclamazione "ajo!" usata da almeno uno dei fuorilegge. Tecnica e decisione del commando sono sembrate le stesse degli assalti avvenuti nell'ultimo periodo nell'Isola. Ed infatti le indagini dalla Toscana hanno subito imboccato la "pista sarda". Gli assalti ai portavalori sono diventati infatti il bersaglio preferito dei banditi isolani. Perché il colpo si chiude in poche ore ed assicura quasi sempre un bottino consistente. In contanti. Cioè "pronta cassa", come ho già precisato in un precedente Osservatorio. Evitando la lunga e pericolosa fase delle trattative per il riscatto, inevitabili nei sequestri di persona. La "sorpresa" ha giocato sinora un ruolo fondamentale nell'esito positivo di questi assalti. E su questo aspetto fa appunto leva la azione risoluta dei fuorilegge. I commando sono costituiti da gruppi di una decina di persone. Più o meno lo stesso numero impiegato nei rapimenti. Che restano terribili e feroci espressioni criminali. Autentiche nefandezze umane per il calvario imposto drammaticamente agli ostaggi. Molti dei quali, come tristemente ben sappiamo, mai più tornati a casa. Mario Guerrini.