Nel 2023, i giovani tra i 25 e i 35 anni vivono una realtà assai diversa da quella dei loro genitori o nonni allo stesso punto della vita. La dicotomia tra le generazioni non è mai stata così marcata.
Un tempo, il completamento dell'istruzione obbligatoria poteva aprire porte ampie nel mondo del lavoro, e il concetto di 'carriera' era quasi una promessa per chiunque avesse voglia di rimboccarsi le maniche.
Oggi, il panorama è radicalmente cambiato.
Questi giovani adulti sono spesso descritti come la generazione più preparata della storia, tuttavia, paradossalmente, la loro preparazione non si traduce necessariamente in opportunità. Una laurea, una volta passaporto per la sicurezza economica, è diventata quasi il nuovo standard minimo, un punto di partenza piuttosto che di arrivo.
E, nonostante il notevole investimento in istruzione, molti giovani si trovano a navigare in un mercato del lavoro che non sembra valorizzare le loro qualifiche come dovrebbe.
Non solo sono richieste competenze sempre più specializzate e un'educazione formale prolungata per accedere alle opportunità professionali, ma anche la precarietà lavorativa e l'incertezza economica sono diventate la norma piuttosto che l'eccezione.
L'aspirazione ad una stabilità lavorativa, un tempo considerata un traguardo raggiungibile entro i primi anni dell'età adulta, si sta trasformando in una sorta di miraggio.
I giovani di oggi sono cresciuti in un mondo dove le pressioni sociali e le aspettative sono intensificate. Sono esposti a messaggi contrastanti: da una parte si aspetta da loro indipendenza e successo precoce, dall'altra si scontrano con un ambiente che offre scarse opportunità per raggiungere tali obiettivi. Questa discrepanza è fonte di frustrazione e di ansia, che si sommano alle sfide di un contesto globale segnato da cambiamenti rapidi e spesso imprevedibili, come le crisi economiche, le questioni ambientali e le sfide politiche.
Quando la generazione precedente afferma con un pizzico di nostalgia "io a2all'età tua lavoravo e mantenevo una famiglia", sembra ignorare i radicali cambiamenti socio-economici intervenuti.
Queste affermazioni non solo creano un senso di inadeguatezza tra i giovani, ma omettono anche il riconoscimento di quanto il mondo sia cambiato.
I giovani di oggi non chiedono empatia senza azione, ma piuttosto opportunità concrete e una riconsiderazione delle strutture sociali e lavorative. Chiedono di riformulare le aspettative in base alla realtà attuale e di creare un sistema che valorizzi il loro impegno e le loro competenze, senza giudicarli attraverso l'obiettivo di un'epoca ormai passata.
In conclusione, il ritratto del giovane adulto nel 2023 non è quello di un fallito, ma di un individuo che lotta per navigare in un mondo in cui le regole del gioco sono cambiate in modo significativo.
Il successo e la sicurezza non sono più garantiti dalla sola etica del lavoro, ma richiedono una rinnovata attenzione ai cambiamenti dinamici del mercato del lavoro, una rivisitazione delle politiche sociali e un impegno collettivo per l'adattamento alle nuove realtà.