La peggiore Sanità. È in Sardegna. Come ufficialmente stabilito ieri da Agenas. Eppure, questo servizio essenziale per la dignità dell'uomo, non costituisce ancora una emergenza. Per la classe politica. Così come per gli organi di informazione e per le stesse popolazioni. Che chinano il capo davanti a tanto orrore. Perché la assistenza sanitaria è il primo elemento di civiltà di un sistema sociale. Il diritto alla salute è negato. E riservato solo a chi può pagarsi le cure attraverso le strutture private. Questa è la grande vergogna (tra le tante) della Sardegna. Con i medici del servizio sanitario Pubblico stretti tra l'incudine dei cittadini sofferenti e il martello della inefficienza del sistema.
La politica usa la sanità per le sue clientele, per il suo potere, per sistemare gli amici (compresi i parenti), per costruirsi e consolidare un cerchio di privilegi. Mentre la parte più bieca della massoneria invade le corsie ed è il passaporto per il carrierismo. Per rimettere ordine occorre prima di tutto ridare fiducia e speranza ai medici. Avviliti e sconfortati da manager che usano il sistema per finalità politiche. Con una filosofia corruttiva di favoritismi da suscitare l'invidia delle logiche mafiose dei clan e delle cosche. La corruzione è gli sperperi sono il cancro del sistema sanitario Pubblico sardo. I problemi sono anche di ordine penale. In misura sempre più rilevante. Mario Guerrini.