Il groviglio degli impianti rinnovabili in Sardegna: luci e ombre

  In Sardegna si consuma l'ennesima battaglia politica, questa volta sulle energie rinnovabili. Alessandra Todde, presidente della Regione, non ci gira intorno e mette subito i piedi nel piatto su un post su facebook: la Legge regionale n. 5 del maggio 2023, ha detto, blocca l’avvio dei lavori per gli impianti autorizzati ma non ancora iniziati. Chiaro? Nemmeno per sogno. Impossibile, aggiunge, fermare gli impianti già in costruzione: troppi risarcimenti in ballo, troppi contratti da rispettare. Qui la logica è ferrea, da manuale del buon amministratore: interrompere lavori già avviati significa infilarsi in una palude legale con conseguenze disastrose per le casse pubbliche. 

  Ma il diavolo si nasconde nei dettagli, e qui il dettaglio cruciale è cosa si intende per “effettivo inizio dei lavori”. Non basta spianare il terreno e piantare qualche palo. Bisogna dimostrare l’intenzione concreta di completare il progetto. Un cavillo tecnico, direte voi, ma di quelli che separano il detto dal fatto e tengono a bada le polemiche.

  Todde non è tenera con chi la accusa di incompetenza. Parla di disinformazione orchestrata, di campagne mirate a distorcere la realtà e seminare dubbi. Propaganda, forse, ma non del tutto infondata. La politica è anche questo, giochi sporchi e colpi bassi. Interessante la precisazione che l’attuale Giunta non ha deliberato nuove autorizzazioni. Il loro compito, dice Todde, è mappare le aree idonee per futuri impianti, garantendo che rispettino criteri rigorosi di sostenibilità. Suona bene, ma bisogna vedere come e quando passeranno dalla teoria alla pratica. Nel frattempo, Todde rivendica con orgoglio il lavoro svolto.

  I progetti in corso? Eredità delle amministrazioni precedenti, non della sua Giunta. La realtà, però, resta intricata. La gestione degli impianti di energia rinnovabile è una sfida complessa, fatta di leggi da rispettare, interessi da bilanciare e un territorio da proteggere. Una matassa che richiede una guida ferma e trasparente. Le dichiarazioni di Todde mostrano determinazione, ma il cammino è lungo e pieno di insidie. La Sardegna ha bisogno di un approccio equilibrato e lungimirante, che metta al centro l’interesse della comunità e la salvaguardia del suo prezioso patrimonio naturale. Solo il tempo dirà se la strada intrapresa sarà quella giusta. Così va il mondo, o almeno così va in Sardegna, dove ogni decisione sembra una mossa in una partita a scacchi, con un occhio al futuro e l’altro ai capricci del presente. E nel mezzo, come sempre, ci sono i cittadini, che aspettano di vedere se alle parole seguiranno i fatti.

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