L'osservatorio di Guerrini: Il coraggio della verità

  L'indipendentista sardo novantenne Bainzu Piliu. Mi ha girato il video del suo intervento alla manifestazione dei "no eolico". Davanti al Consiglio Regionale della Sardegna. Ha arringato i partecipanti ricordando che nel 1985 è stato condannato a 4 anni per cospirazione contro lo Stato Italiano. E fu rinchiuso prima nel carcere di Cagliari, poi in quello di Sassari. Ha concluso il suo comizio annunciando che "bisogna cacciare l'Italia dalla Sardegna". È stato molto applaudito dal popolo di Saccargia. In preda ad una euforia inebriante. Ricordo che Bainzu Piliu è stato candidato con Mauro Pili nelle elezioni regionali del 2019. Il Partito (Sardi Liberi) si fermò poco oltre il 3%. E i sogni di gloria politica di Bainzu Piliu naufragarono miseramente. Sarebbe interessante conoscere da Bainzu Piliu con quali forze caccerebbe l'esercito Italiano. E magari anche la Brigata Sassari. Forse arruolando i "no eolico". Questa meschina messinscena oratoria altro non è che la conseguenza di un certo terrorismo mediatico. Mario Guerrini. 

  Il coraggio della verità. Con la consapevolezza di intuire le reazioni violente (nel pensiero) nei miei confronti. E di affrontarle. Senza alcun timore intellettuale. Non mi tiro indietro. Io ho rispetto per Bainzu Piliu. Anche per le sue idee. Non per le sue dottrine di indipendentista. Secondo le quali "bisogna cacciare l'Italia dalla Sardegna". Ho davanti ai miei occhi quanto hanno fatto negli ultimi 5 anni i sardisti del Psd'Az. Profeti dell'indipendenza. Quando sono saliti al potere in Sardegna. Si sono riempiti la pancia con le leccornie del Palazzo. Si sono abbuffati dei privilegi del sistema. Mentre io denunciavo le loro malefatte. E accumulavo le loro persecuzioni. Con le frecce delle querele per diffamazione. Mentre i pm trovavano riscontri al verbo irriverente verso quel potere e le sue logiche voraci espresso con il MIO OSSERVATORIO. Io non offendo la sardita'. Tant'è che accuso costantemente l'atteggiamento oppressivo di Roma nei confronti della kolonia Sardegna. Con la k. Come ai tempi di Cossiga. Talvolta, citando Emilio Lussu, gli indipendentisti hanno polemicamente ricordato che lui non era indipendentista. Ebbene, allora io la penso proprio come lui. Semplicemente perché oggi dire "cacciamo l'Italia dalla Sardegna" credo fermamente che sia una eresia. Una follia verbale. Anche verosimilmente pericolosa. Perché può suscitare in qualcuno il seme della violenza. Che io respingo. Proprio ispirandomi all'insegnamento di Gandhi. E amo sempre ricordare che i sardi hanno trovato il senso dell'Unità con l'Italia quando hanno combattuto nelle trincee della prima Guerra Mondiale. Unendosi al sacrificio dei giovani, siciliani, calabresi, veneti. Che pure parlavano dialetti diversi. Agli indipendentisti dico gentilmente che sono fuori dal tempo. E che la lotta contro i soprusi di Roma va affrontata con le regole civili della democrazia. E per questo sono favorevole alla pacifica mobilitazione popolare. Come deve essere. In un mondo sempre più feroce e crudele. Come ammoniscono i venti di guerra che soffiano sempre più vicini. La "cacciata dell'Italia dalla Sardegna" non è solo una utopia. È un non senso storico. Lo dico da sardo. Nato in Sardegna. Legittimato dallo jus scholae. E orgoglioso difensore dei sentimenti di attaccamento alla mia terra. Mario Guerrini.

Attualità

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