Se Gianni Brera, il poeta del giornalismo sportivo italiano, fosse stato ancora tra noi avrebbe descritto con profonda malinconia la scomparsa di Gigi Riva, avvenuta oggi, 22 gennaio 2024.
Riva, noto come il "Rombo di Tuono", non era soltanto un calciatore: era un simbolo, un'estetica del calcio, un canto epico in un mondo in trasformazione.
Nato nel lontano 1944, Riva incarnava il calcio romantico, fatto di fango e gloria, di eroismo e semplicità. Con gli scarpini impregnati di terra e sudore, calcava i campi d'Italia con una maestria che sfidava i limiti dell'umano, trasformando il gioco in poesia, la competizione in arte. Il suo sinistro, potente come il tuono e preciso come un pittore che traccia un capolavoro, ha scritto pagine indimenticabili nella storia del calcio italiano.
Riva era più di un semplice attaccante. Era il portabandiera di un'epoca, l'ultimo dei mohicani in un mondo che stava cedendo al cinismo moderno. La sua carriera, trascorsa quasi interamente nel Cagliari, non era solo una questione di gol e vittorie, ma un racconto di fedeltà e passione. In un'era di calciomercato frenetico, la sua lealtà al club sardo era una dichiarazione d'amore rara e preziosa.
Il suo addio, all'età di 79 anni, chiude un capitolo glorioso del calcio italiano.
Lo stesso Gianni Brera, con la sua penna incantata, avrebbe descritto Riva come un guerriero che lascia il campo dopo una lunga e gloriosa battaglia, un eroe che cammina verso il tramonto, lasciandosi alle spalle un'eredità di coraggio, bellezza e pura arte del calcio.
Oggi, mentre il "Rombo di Tuono" non riecheggia più sui campi di calcio, ci uniamo nel ricordo di un giocatore straordinario, un uomo che ha incarnato l'anima più autentica e nobile dello sport. Addio, Gigi Riva, il tuo rombo rimarrà per sempre nei cuori degli amanti del calcio e di tutti i suoi tifosi.