Certe notizie sembrano un insulto al buon senso e, soprattutto, al dolore di chi ha perso tutto. Dimitri Firicano, il femminicida di San Teodoro che nel 2017 uccise la sua ex compagna Erika Preti con una furia di innumerevoli coltellate, non sconterà la sua pena in carcere. Condannato a 30 anni di reclusione, il tribunale ha deciso che li trascorrerà agli arresti domiciliari. Il motivo? La sua obesità, oltre 200 chili, rende impossibile la sua detenzione in un istituto penitenziario.
Una decisione che lascia increduli. Firicano, secondo i medici, non sarebbe in condizioni fisiche compatibili con il carcere. A quanto pare, però, è perfettamente in grado di passeggiare tranquillamente per le strade della Gallura, a pochi passi dalla casa dei genitori di Erika. Una beffa insopportabile per chi ogni giorno convive con un dolore che non conosce tregua.
“Per noi è un ergastolo ogni giorno,” hanno dichiarato i genitori della giovane donna uccisa. “Lo vediamo passeggiare, lo incrociamo per strada, ed è un rischio costante per la nostra serenità. Dobbiamo sempre stare attenti.”
Erika Preti aveva solo 28 anni quando fu massacrata. Quella che doveva essere una vacanza nella splendida cornice di San Teodoro si trasformò in una tragedia. Una lite, l’ennesima, sfociò in una brutalità che la lasciò senza scampo. Firicano non si fermò nemmeno davanti alla supplica di chi, in quel momento, chiedeva solo di vivere.
E ora, dopo una sentenza che doveva dare un minimo di giustizia, arriva questa decisione. Gli arresti domiciliari sono il compromesso che il sistema ha trovato per un uomo che non merita nessuna indulgenza. La legge, dicono, non guarda al dolore delle vittime, ma alla salute del condannato. Una logica difficile da accettare, soprattutto per chi vede nell’obesità di Firicano non una condizione inevitabile, ma l’ennesima scusa per evitare una giusta pena.
Intanto, i genitori di Erika continuano a vivere un incubo senza fine. La loro casa, che dovrebbe essere un luogo sicuro, è diventata il teatro di un confronto quotidiano con l’uomo che ha distrutto la loro vita. E mentre Firicano cammina per le strade, il loro ergastolo prosegue, senza sconti, senza attenuanti.
La giustizia, si dice, deve essere imparziale. Ma quando la bilancia pesa di più sul lato dell’assassino che su quello della vittima, qualcosa si è rotto. E quel qualcosa non si può più aggiustare.