Il futuro della PAC in Sardegna: un convegno per decidere il destino dell’agricoltura regionale

  Si è svolto ieri a Santa Maria La Palma, presso la Cantina Sociale, il convegno organizzato dal Centro Studi Agricoli sul futuro della PAC (Politica Agricola Comune). L’incontro ha visto la partecipazione di esperti del settore, rappresentanti politici e numerosi agricoltori e allevatori sardi, con l’obiettivo di analizzare le criticità dell’attuale sistema e pianificare strategie per affrontare le prossime sfide. Ad aprire l’incontro è stato il presidente della Cantina Sociale, Mario Peretto, che ha sottolineato l’importanza di un confronto diretto e costruttivo per il rilancio dell’agricoltura in Sardegna. Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, ha poi posto l’accento sui ritardi nei pagamenti degli anticipi della domanda unica PAC 2024, evidenziando come questi siano causati da anomalie generate dal malfunzionamento del sistema di controllo abbinato all’intelligenza artificiale e alla Carta dei Suoli. 

  Piana ha stimato che la correzione di queste anomalie richiederà almeno tre mesi, con il risultato che molti agricoltori non vedranno i pagamenti prima di marzo o aprile, aggravando ulteriormente la situazione di un comparto già in crisi. Uno dei temi centrali del convegno è stato l’impatto della burocrazia, considerata da molti un freno insostenibile. L’avvocato Gianfranco Meazza ha descritto il quadro normativo come "asfissiante", sottolineando come le complessità burocratiche a livello europeo e regionale rendano sempre più difficile per gli agricoltori accedere ai fondi e rispettare le regole. Salvatore Palita, presidente della cooperativa casearia La Concordia di Pattada, ha invece evidenziato il potenziale di una PAC orientata verso le specificità locali, capace di incentivare la produzione di latte ovino e caprino di qualità, con ricadute positive anche sulla valorizzazione del Pecorino Romano DOP. Tra gli interventi più seguiti, quello del professor Angelo Frascarelli, esperto di PAC, che ha delineato le regole vigenti fino al 2027 e anticipato i principali cambiamenti previsti per il periodo 2028-2034. Frascarelli ha spiegato che la nuova PAC non utilizzerà più il sistema dei titoli per ettaro, ma premierà direttamente la superficie agricola utile. Ha inoltre sottolineato che le regole definitive per il prossimo ciclo verranno stabilite nei primi nove mesi del 2025, un periodo cruciale in cui la Sardegna dovrà presentarsi coesa e determinata a rivendicare finanziamenti e normative specifiche. Secondo Frascarelli, è essenziale che la politica regionale si attivi subito per garantire che le peculiarità dell’isola, come l’allevamento ovino e caprino e i terreni pascolativi, siano adeguatamente rappresentate. Un altro aspetto critico emerso è stato quello delle anomalie che stanno penalizzando circa 5.000 aziende agricole sarde, le cui domande non sono state processate a causa di ritardi nella presentazione delle indicazioni sui terreni PLT da parte della Regione Sardegna.

  Il direttore del CAA AIC nazionale, Guglielmetti, ha annunciato l’invio di PEC agli agricoltori entro gennaio, con richiesta di foto georeferenziate per dimostrare l’inesistenza delle anomalie, un ulteriore aggravio burocratico che richiede risposte entro 10 giorni. A Bruxelles, intanto, l’onorevole Falcone, membro della commissione bilancio del Parlamento Europeo, ha assicurato che non ci saranno tagli ai finanziamenti della PAC nel prossimo bilancio UE, lasciando però aperta la questione delle necessarie semplificazioni normative. L’incontro si è concluso con l’annuncio, da parte di Tore Piana, di un ciclo di 50 riunioni territoriali che il Centro Studi Agricoli organizzerà in tutta la Sardegna per raccogliere istanze e proposte dai territori. L’obiettivo è garantire che la Sardegna sia pronta a influenzare le decisioni sui nuovi regolamenti della PAC, creando un fronte comune tra politica, agricoltori e istituzioni. Il convegno di Santa Maria La Palma è stato un importante momento di confronto, ma anche un richiamo alla responsabilità per tutte le parti coinvolte. La Sardegna non può permettersi di rimanere indietro in un settore strategico per la sua economia e la sua identità culturale.

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