In via Borgo S. Elia a Cagliari, presso la fermata del servizio di trasporto pubblico CTM, l’acqua scorre incessantemente, ma non dalle fontane o per dissetare i cittadini: si tratta di una perdita idrica che, secondo i residenti, perdura da mesi. Un simbolo evidente di spreco in un’epoca in cui si parla incessantemente della necessità di preservare l’oro blu, di affrontare i cambiamenti climatici e di gestire con responsabilità le risorse naturali.
Nonostante le ripetute segnalazioni inviate dai cittadini al Comune e alla società Abbanoa S.p.A., responsabile della gestione del servizio idrico regionale, nulla è stato fatto per risolvere il problema. Così, il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha deciso di agire, inoltrando il 27 dicembre 2024 una segnalazione formale al Comune di Cagliari, ad Abbanoa, ai Carabinieri e al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.
Contestualmente, la Procura regionale della Corte dei conti per la Sardegna è stata informata per valutare se vi siano gli estremi di un danno erariale dovuto al prolungato spreco di una risorsa tanto preziosa.
Secondo il report ISTAT 2024, riferito ai dati del 2022, la Sardegna si distingue tristemente per le sue perdite idriche: oltre il 52,8% dell’acqua immessa in rete non arriva mai ai rubinetti. A Cagliari, la situazione è ancora più grave, con una perdita media del 53,5%. Peggio fanno solo Sassari, con il 63,4%, e Oristano, con il 60,4%. Una gestione disastrosa che dimostra come la rete idrica regionale sia inefficiente e bisognosa di interventi urgenti.
Nonostante lievi miglioramenti rispetto al passato – nel 2012 le perdite si attestavano sul 55% – la situazione resta critica.
Per ogni litro d’acqua che arriva nelle case, più di due vengono immessi in rete. Numeri che non lasciano spazio a scuse: non si può sempre attribuire la colpa alla siccità o ai cambiamenti climatici.
“La situazione è semplicemente folle e vergognosa,” denuncia il GrIG. Non si tratta solo di un problema ambientale, ma anche economico. Lo spreco d’acqua rappresenta infatti un costo che ricade sui cittadini, penalizzati due volte: prima dal disservizio e poi dalle tariffe che non tengono conto della scarsa efficienza del sistema.
Il caso di via Borgo S. Elia è solo uno dei tanti episodi che testimoniano l’urgenza di una gestione più attenta e responsabile della risorsa idrica. L’oro blu non può essere sprecato in questo modo, soprattutto in un’isola come la Sardegna, che ciclicamente si trova a fare i conti con la scarsità d’acqua. È tempo che le istituzioni e i gestori del servizio affrontino seriamente la questione, perché ogni goccia sprecata oggi è un debito che lasceremo alle generazioni future.