Era il 31 Gennaio 2022 e i due maggiori quotidiani sardi titolavano a caratteri cubitali "il nuraghe di Cagliari che viene riportato alla luce nel Parco di Monte Urpinu. Una scoperta eccezionale".
Il merito va attribuito agli archeologi Giovanni Ugas e Nicola Dessì, il maestro e l’allievo uniti in questo esaltante ritrovamento agevolato da Corrado Mascia, cagliaritano, appassionato di archeologia e promotore della pagina Facebook “I custodi della memoria” che ha indicato ai due studiosi la strada migliore per recuperare la memoria del monumento.
Secondo Dessì «i resti del nuraghe, bianco come lo splendido Nuraghe Mereu di Orgosolo, costruito con massi di calcare recuperati a Monte Urpinu, consentono di capire la forma del suo disegno originale, quello di un grande nuraghe con il bastione quadrilobato circondato da una cinta esterna e l’antemurale comprendente un numero imprecisato di torri.
Della fortezza sono visibili tre o quattro filari di un’intera cortina muraria del quadrilobato, lunga oltre 20 metri, e l’abbozzo delle curvature delle due torri adiacenti, oltre che la sommità del perimetro di una torre della cinta antemurale».
L’emozione e la sorpresa di Giovanni Ugas che avverte una gioia immensa: «Pensavo che Filippo Nissardi avesse intravisto il rudere di un piccolo nuraghe, una torre di guardia, e invece, con mia sorpresa, ho notato in mezzo ai lentischi e alle euforbie i resti di ben altro monumento: un grandioso edificio che doveva dominare da oltre 20 metri di altezza uno stupendo panorama con lo sguardo a 360 gradi».
A questo punto a due anni di distanza tutti sono in attesa di poter ammirare la "Reggia nuragica a Monte Urpinu.
Il sottoscritto, laureato in gestione dei beni archeologici vuole capire perchè non è emersa la "Reggia" e così invia alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna una richiesta formale di chiarimento in merito.
La risposta non tarda ad arrivare e non lascia alcuno spiraglio di speranza.
In riferimento alla richiesta in oggetto, acquisita agli Atti della Scrivente con il protocollo n. 14841-Adel 13.08.2024, si comunica quanto segue.
Agli Atti di questa Soprintendenza non risulta pervenuta alcuna richiesta di concessione per scavi e ricerche nell’area in oggetto.
Intanto, in occasione di lavori condotti dal Comune di Cagliari in prossimità della batteria antiaerea sul colle di Monte Urpinu e, in particolare, sul muro di contenimento prospiciente, questa Soprintendenza ha avviato le verifiche archeologiche preventive sul sito, al fine di mettere in evidenza con metodo
stratigrafico eventuali elementi sia nel sedime sia all’interno della struttura muraria medesima. Tale metodologia risulta, infatti, la più affidabile per definire scientificamente cronologia ed eventuale pertinenza a un determinato contesto.
L’indagine archeologica, conclusa in data 18.12.2023, non ha messo in luce ruderi o stratigrafie archeologiche, mentre gli elementi datanti dello scavo riconducono alla prima metà del secolo scorso.