CAGLIARI – Si accende la tensione istituzionale intorno alla difesa del Collegio Regionale di Garanzia Elettorale della Sardegna, organo che opera in seno alla Corte d’Appello di Cagliari. L’avv. prof. Riccardo Fercia, che dallo scorso 4 aprile rappresenta il Collegio nei giudizi in corso davanti al Tribunale di Cagliari e alla Corte costituzionale, ha indirizzato una lettera aperta al presidente facente funzioni Massimo Costantino Poddighe, che assume i contorni di una presa di posizione pubblica e formale a tutela della propria attività e dell’autonomia dell’Autorità.
La missiva – trasmessa anche come comunicato stampa ufficiale – fa seguito ad alcune indiscrezioni pubblicate dalla stampa e prefigura scenari che, secondo l’avvocato, metterebbero a rischio la legittimità e l’efficacia della rappresentanza legale del Collegio.
Fercia ribadisce di essere stato nominato difensore del Collegio con delibera del 3 aprile e che la costituzione in giudizio è avvenuta il 4 aprile. “Il mandato mi è stato conferito il 4 aprile, e la mia costituzione in entrambi i processi è avvenuta in quella data”, puntualizza. L’intervento tecnico è avvenuto, afferma, in subentro alla difesa personale della parte, scelta inizialmente seguita ma poi superata con l’affidamento del mandato professionale.
“Ho assunto entrambi gli incarichi a titolo gratuito, con l’esclusione di qualsiasi rimborso spese, e nel rispetto del regolamento accademico dell’Università di Cagliari”, evidenzia, rimarcando il proprio status di professore ordinario a tempo pieno, con facoltà legale di rappresentanza in giudizio per enti pubblici e organismi di diritto pubblico.
Fercia denuncia inoltre la messa a disposizione di un verbale “paradossalmente autenticato”, relativo alla riunione del 3 aprile, ma da lui definito giuridicamente inesistente per l’assenza della sottoscrizione della Presidente emerita Gemma Cucca. Solo quest’ultima, secondo Fercia, sarebbe legittimata a firmare quel verbale, previa condivisione del testo.
Al centro della controversia vi è il parere vincolante dell’Avvocata Generale dello Stato, secondo cui il Collegio non sarebbe da ritenersi organo statale quando esercita funzioni relative alle elezioni regionali. Da qui l’esclusione della legittimazione dell’Avvocatura dello Stato a rappresentarlo nei procedimenti in corso.
“La difesa erariale non può per legge intervenire né alla Consulta, né in Tribunale”, scrive Fercia, che sottolinea come qualsiasi modifica della delibera del 3 aprile “pregiudicherebbe gravemente la posizione processuale del Collegio”.
Fercia si dice pronto a opporsi alla sostituzione dell’attuale difesa con un avvocato dell’Avvocatura Distrettuale o dell’ufficio legale della Regione, organi che ritiene in palese conflitto di interessi. Nella sua analisi, la Giunta regionale, avendo impugnato l’ordinanza del Collegio, non potrebbe legittimamente incidere sulle modalità difensive dello stesso.
Nel comunicato, Fercia solleva inoltre un interrogativo pubblico diretto alla presidente della Regione Alessandra Todde, chiedendo se sia vero che la stessa abbia nominato come suo difensore l’avvocato Guido Manca Bitti, marito dell’attuale Avvocata distrettuale dello Stato Lucia Salis.
“Se fosse confermato – scrive Fercia – saremmo di fronte a un conflitto d’interessi macroscopico” e invita tutti i consiglieri regionali, “di qualunque fede politica”, a interrogare formalmente la Giunta.
Fercia conclude confermando di non rinunciare al mandato e annunciando la sua partecipazione alla riunione del 2 maggio, nella quale il Collegio potrebbe decidere eventuali revoche. In tal caso, l’avvocato si dice pronto a costituirsi in giudizio a titolo personale, facendo valere l’articolo 86 del codice di procedura civile, che consente la difesa autonoma dei diritti personali. “Direi comunque nel mio interesse le stesse cose che direi come avvocato del Collegio.”
Un caso che, nel suo intreccio tra diritto costituzionale, legittimazione processuale e dinamiche istituzionali, promette di fare discutere ancora a lungo, in vista soprattutto della decisione sul ricorso sulla possibile decadenza Todde attesa per il 22 maggio.