Era il 1995 quando Neria De Giovanni, donna di lettere e raffinata promotrice culturale, ebbe l’intuizione di dare vita al Premio Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo. Un progetto nato per celebrare l’intelletto e la sensibilità femminile, che da allora si è imposto come baluardo della cultura, pur attraversando tempeste e momenti di penombra. Fu grazie al sostegno dell’allora Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, sotto la guida di Franco Serio, che l’idea trovò terreno fertile, germogliando con una forza che ha saputo resistere al tempo e alle avversità.
Non sono mancate le difficoltà, come sottolinea la stessa De Giovanni: “Per il mancato sostegno delle istituzioni cittadine, alcune edizioni hanno dovuto migrare altrove, trovando spazio a Roma, alla Presidenza del Consiglio o durante la Fiera Nazionale ‘Più libri più liberi’.”
Una diaspora culturale che non ha però intaccato l’anima del premio, capace di tornare sempre alla sua città, come a un porto sicuro.
Tra i molti riconoscimenti ricevuti, spicca l’inclusione, nel 2013, nel censimento dell’Ordine Nazionale della Stampa, che ha inserito il Premio tra i più prestigiosi riconoscimenti giornalistici italiani. Un merito che si rinnova oggi, nel 2025, con il traguardo del trentennale. Ma la celebrazione non dimentica le ferite del presente: “In questi giorni tutta la Nazione è in apprensione per la sorte di Cecilia Sala, giornalista detenuta in Iran senza accuse formali. Il Premio Alghero Donna si unisce all’appello per la sua liberazione,” ha dichiarato con fermezza De Giovanni, aggiungendo una nota di commozione e solidarietà a questo anniversario.
Il 18 gennaio, il Teatro Civico di Alghero accoglierà la cerimonia, sotto l’egida del Comune di Alghero, dell’Assessorato alla Cultura e della Fondazione di Sardegna. I nomi delle premiate, le motivazioni e le presenze artistiche che arricchiranno la serata saranno svelati dopo l’Epifania, ma l’attesa non fa che accrescere l’importanza di questo appuntamento.
Neria De Giovanni si conferma figura cardine della cultura algherese, capace di trasformare un’iniziativa in una tradizione e una tradizione in un simbolo. Non è semplice resistere per trent’anni in un panorama culturale spesso avaro di risorse e attenzione, ma è qui che si misura la vera grandezza: nel lasciare una traccia che il tempo non riesce a cancellare.