Con la conversione in legge del “Decreto Salva Casa 2024” (legge 105/2024), il futuro di molti commercianti ad Alghero e non solo appare sempre più incerto. La normativa, pensata per incentivare la riconversione di immobili in posti letto da affittare, rischia di spazzare via il tessuto commerciale delle città storiche, già pesantemente provato dagli anni di pandemia.
Il problema non è solo l’aumento spropositato dei canoni di locazione, che spinge molti locatori a non rinnovare i contratti commerciali, ma anche l’assenza di un intervento concreto da parte delle istituzioni.
Marco Lombardi, referente di MIO Italia per la Sardegna, non usa mezzi termini: “Pretendiamo rispetto e tutela da parte delle amministrazioni”, dichiara, puntando il dito contro un sistema che sembra sacrificare le attività locali sull’altare della speculazione immobiliare.
Non bastavano i tentativi di sfratto per morosità durante il periodo Covid, ricorda Lombardi, quando le chiusure obbligatorie avevano già messo in ginocchio molti esercenti. Ora, il rischio è che gli ultimi baluardi del commercio locale vengano spazzati via in favore di un modello cittadino basato sui centri commerciali e sull’omologazione, cancellando la tradizione delle botteghe storiche che caratterizzano Alghero.
La richiesta è chiara e diretta: un intervento immediato da parte del Comune, che dovrebbe farsi portavoce presso la Regione e il Governo. “Caro sindaco e cari consiglieri, fatevi una domanda: come sarà Alghero con solamente centri commerciali e poche ‘botteghe’? Forse è il caso che i comuni inizino a farsi sentire di più con la Regione e il Governo. Dove finiremo di questo passo?!?”, conclude Lombardi.
La questione è cruciale: salvare l’identità del commercio locale o assistere alla sua lenta estinzione? La risposta spetta alla politica, ma il tempo stringe e i commercianti chiedono di non essere lasciati soli.