Il Giorno della Memoria, celebrato il 27 gennaio di ogni anno, è una ricorrenza internazionale istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005 per commemorare le vittime dell'Olocausto. La data è stata scelta perché il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, simbolo della Shoah e dell'orrore nazista.
In questa giornata, molti Paesi organizzano eventi istituzionali, commemorazioni, lezioni tematiche nelle scuole, proiezioni di film e testimonianze di sopravvissuti per ricordare le atrocità del passato e sensibilizzare le nuove generazioni.
È un momento di riflessione per promuovere l'educazione alla tolleranza, prevenire future atrocità e contrastare il negazionismo e l'antisemitismo.
12.000 deportati sardi, per la gran parte giovani e giovanissimi (IMI Internati militari italiani) cui occorre aggiungere circa 290 sardi, internati perché ebrei o dissidenti politici.
La Sardegna è una delle regioni che ha pagato un altissimo tributo di deportati, politici e militari: furono circa 12.000 mila i soldati sardi IMI (Internati militari italiani) rinchiusi nei lager, fra i 750-800 mila militari e civili fatti prigionieri dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Ai 12.000 deportati sardi IMI occorre aggiungere circa 290 sardi, internati perché ebrei o dissidenti politici.
Per motivi politici un solo sardo risulta arrestato sul territorio isolano, gli altri cadono in mano tedesca in continente o all’estero.
Luogo di arresto: la quota maggiore (circa 50) è costituita da detenuti del carcere militare di Peschiera, inviati in massa a Dachau il 22 settembre 1943, provenienze rilevanti anche da Milano, Genova e Trieste.
Luogo di nascita: per oltre il 50% dei casi sono delle province di Cagliari e Sassari .
Destinazione: non è univoca: ma soprattutto vengono portati a Mauthausen e Dora. A Bergen Belsen muoiono due sardi nel giugno 1944. Ad Auschwitz finiscono 5 sardi non ebrei.
La sorte: fra i sardi, i sopravissuti sono oltre il 60%.
Luogo principale di morte: Mauthausen (tra i sottocampi 30 deceduti su oltre 60 deportati), forte la mortalità anche a Dora, Natzweiler e Neuengamme