La Sardegna si trova di fronte a un'opportunità che potrebbe cambiare il volto del suo comparto agricolo: il ritorno della coltivazione della barbabietola da zucchero. Un investimento privato da 50 milioni di euro, destinato alla costruzione di un nuovo stabilimento nel Medio Campidano, potrebbe segnare una svolta per il settore, offrendo agli agricoltori un'alternativa redditizia e sostenibile. A parlarne è Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, che nel corso della sua ultima diretta ha ribadito l'importanza di questa iniziativa, sottolineando come gli agricoltori sardi abbiano ora la possibilità di manifestare il proprio interesse senza alcun vincolo o obbligo.
"La barbabietola da zucchero può rappresentare un'alternativa valida per gli agricoltori sardi – spiega Piana – e l'adesione a questa fase iniziale non comporta nessun impegno formale. Si tratta semplicemente di segnalare la propria disponibilità a essere contattati per valutarne la convenienza."
Il piano prevede la realizzazione di uno stabilimento che non si limiterà alla produzione di zucchero, ma includerà anche la lavorazione delle polpe per il settore zootecnico, riducendo così la dipendenza dell'isola dalle importazioni di mangimi. Inoltre, il progetto si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione delle colture locali e di diversificazione produttiva, con l'obiettivo di rendere più competitivo il settore agricolo sardo.
"Questo è un investimento che guarda al futuro dell'isola – ha ribadito Piana – perché oltre alla produzione di zucchero, la barbabietola offre un sottoprodotto essenziale per gli allevatori. Le polpe sono una risorsa fondamentale per il comparto zootecnico e oggi siamo costretti a importarle. Con questo stabilimento, invece, potremmo produrle direttamente in Sardegna, riducendo i costi per gli allevatori e creando un circolo virtuoso tra agricoltura e zootecnia."
L'adesione al progetto è semplice e non comporta alcun vincolo. Gli agricoltori interessati possono inviare una richiesta per ricevere il modulo di manifestazione di interesse all’indirizzo csa.barbabietola.it.
"La fase attuale è puramente informativa – spiega Piana – e serve per capire quanti agricoltori sarebbero interessati a valutare questa opportunità. Nessuno è obbligato a coltivare barbabietola, né a firmare contratti a settembre. Si tratta solo di lasciare aperta una possibilità che potrebbe rivelarsi vantaggiosa. Una volta raggiunti i 3.300 ettari di disponibilità, le adesioni saranno chiuse. Chi non partecipa ora, potrebbe dover aspettare anni per una nuova occasione."
L'invito è rivolto in particolare agli agricoltori del Medio Campidano, nelle aree di San Nicolò d'Arcidano e Villacidro, zone ideali per la coltivazione della barbabietola grazie alla presenza di impianti irrigui efficienti.
Il ritorno della barbabietola in Sardegna non è solo un'opportunità per i singoli agricoltori, ma per l'intero comparto agricolo dell'isola. Storicamente, la Sardegna è stata una delle tria frumentaria dell'Impero Romano, ovvero una delle tre grandi aree di produzione cerealicola destinate a rifornire Roma. Oggi, con un'agricoltura sempre più minacciata dai costi elevati e dalle difficoltà di mercato, investire in una coltura redditizia e strategica come la barbabietola potrebbe rappresentare un passo verso un settore agricolo più competitivo e sostenibile.
"La Sardegna non può permettersi di rimanere indietro – conclude Piana – e questa è un'occasione che può rafforzare l'economia agricola dell'isola. Per questo invitiamo tutti gli agricoltori a informarsi e a valutare questa possibilità. Perché un’agricoltura forte significa un futuro più solido per tutti."