Ales, nove anni per sei alloggi: la lunga attesa di una piccola comunità

Nove anni. Tanto è passato dal 2016, anno d’inizio dei lavori di recupero dell’edificio in via San Gavino, alla consegna, avvenuta l’8 aprile 2025, di sei alloggi popolari ai nuovi assegnatari del comune di Ales. Una storia che attraversa due amministrazioni regionali, una pandemia, un cambio di competenze, ma che finalmente si conclude con la consegna delle chiavi. Un passo avanti per una comunità piccola, ma non per questo meno bisognosa di attenzione.

Alla cerimonia erano presenti l’assessore regionale ai Lavori pubblici Antonio Piu, il sindaco Francesco Mereu, la direttrice generale di Area Adelia Flavia Murru e l’amministratore unico Matteo Sestu. “Nessun territorio deve restare indietro – ha dichiarato l’assessore Piu – la consegna di questi alloggi è un segnale concreto di sostegno ad un comune che, come tutti i territori più piccoli, subisce gli effetti dello spopolamento. Solo se diamo l’opportunità ai giovani di avere una casa li incentiviamo a restare, imprimendo un impulso sociale ed economico anche a tutto il comune”.

L’edificio, che ospita in tutto dieci appartamenti, era originariamente di proprietà del Comune di Ales, che aveva iniziato i lavori nel 2016. Nel 2020 è stato siglato l'accordo con Area, l’Azienda regionale per l’edilizia abitativa, a cui è stato ceduto l’immobile. Area ha quindi curato il completamento dell’opera: ripristino del tetto, ristrutturazione dei due blocchi, impermeabilizzazione delle facciate, rifacimento dei soffitti, dei parapetti e delle aree comuni, fino alla sistemazione dei parcheggi.

Un traguardo, certo. Ma che evidenzia anche la lentezza e la complessità di certi percorsi burocratici e tecnici. Nove anni per consegnare sei alloggi sono il segno evidente di una macchina che fatica a muoversi, soprattutto in contesti dove lo spopolamento incide ogni anno di più. Ales, come molti centri interni della Sardegna, si svuota lentamente ma inesorabilmente, e ogni occasione persa o ogni ritardo pesa doppio.

«Fin dall’inizio del mio mandato ho messo al primo posto l’edilizia popolare – ha ricordato Piu – per questo abbiamo lavorato sulle risorse ereditate e già impegnate, come nel caso degli alloggi di Ales, ma soprattutto abbiamo fatto un piano da 300 milioni con l’accordo quadro RinnovArea». Il progetto, sottolinea l’assessore, rappresenta il primo intervento attuativo del piano straordinario per la riqualificazione del patrimonio pubblico abitativo. «Abbiamo il dovere di restituire dignità a migliaia di famiglie che vivono negli alloggi popolari».

Le parole dell’assessore sono chiare, e l’attenzione al tema è concreta. Ma i tempi restano il vero nodo da sciogliere. Perché sei alloggi in nove anni non possono bastare a contrastare un fenomeno che galoppa veloce come lo spopolamento. E le risposte, se vogliono essere efficaci, dovranno arrivare molto prima.

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