Villa Maria Pia rinasce, l'assessore al Demanio Enrico Daga: “Sarà un cuore pulsante della vita culturale e istituzionale di Alghero”

Da dicembre 2024, quando la Giunta Cacciotto deliberò l’utilizzo di Villa Maria Pia come sede provvisoria del Consiglio comunale durante i lavori a Palazzo Civico, la storica dimora era tornata al centro del dibattito politico e cittadino. La decisione venne accompagnata da un secondo intervento previsto nei locali dell’ex Mattatoio comunale in via Michelangelo, per una spesa complessiva di 780mila euro.

Oggi è l'assessore al demanio Enrico Daga a voler tracciare una netta cesura tra la polemica politica che ha accompagnato questo periodo lungo quasi cinque mesi e l’identità profonda del luogo. Lo fa con un lungo post pubblicato sui social in cui annuncia la rinascita di Villa Maria Pia, delineandone la nuova funzione culturale e istituzionale. Le sue parole non sono un semplice annuncio amministrativo: assumono i toni di una dichiarazione d’intenti e restituiscono alla struttura il valore di simbolo urbano, spazio pubblico e anima cittadina.

«Villa Maria Pia sta per rinascere. E con lei si apre un nuovo capitolo nella storia culturale di Alghero. Per troppo tempo ha vegliato silenziosa sulla città, avvolta da una quiete che somigliava troppo all’abbandono. Eppure, le sue mura raccontano una storia che chiede di essere ascoltata. Ha attraversato le stagioni dell’Alghero che cambia, oggi è lì: immobile, affascinante. Ma il tempo dell’attesa sta per finire. Villa Maria Pia tornerà viva. Non solo restituita alla città, ma riaccesa nel suo ruolo più nobile: essere spazio delle istituzioni, di cultura, bellezza, confronto. Sarà un luogo polifunzionale, aperto, vivo. I suoi spazi ospiteranno presentazioni di libri, concerti, esposizioni d’arte, conferenze. Il chiostro interno — scrigno architettonico di rara eleganza — diventerà teatro di eventi e performance. I sontuosi giardini esterni saranno palcoscenico naturale per iniziative culturali, incontri e spettacoli sotto le stelle. Villa Maria Pia non sarà un contenitore. Sarà un cuore pulsante. Un simbolo di riscatto urbano e culturale. Una promessa mantenuta. Perché restituire dignità a luoghi come questo significa investire nell’anima di una città. E oggi, Alghero sceglie di farlo, con coraggio e visione.»

Parole che chiudono idealmente una lunga parentesi di immobilismo e rilanciano una visione della villa che supera le polemiche contingenti. Il progetto, nei suoi tratti principali, si articola su più livelli: Villa Maria Pia tornerà a essere spazio istituzionale, come da delibera di dicembre, ma anche polo culturale stabile, capace di ospitare eventi pubblici di vario genere. Un luogo aperto, accessibile, integrato nella vita della città.

Costruita nel XIX secolo, Villa Maria Pia è tra i complessi architettonici più rappresentativi della zona di Maria Pia. L’edificio mantiene ancora oggi le caratteristiche originarie, con soffitti alti, archi e un cortile interno dominato da una rara eleganza. La posizione, tra mare e stagno, ne ha fatto per anni una struttura ricettiva di pregio, ma è soprattutto la sua storia a renderla unica: sede dell’ex colonia penale agricola di Cuguttu, circondata da 150 ettari bonificati nel corso dell’Ottocento, fu un luogo di lavoro per decine di reclusi scelti dalla Casa Penale di Alghero. Un retaggio carcerario e agricolo che ha lasciato tracce concrete nei locali annessi e nella memoria urbana.

Dopo il lento abbandono iniziato nel secondo dopoguerra, la villa era tornata in parte operativa come struttura ricettiva, ma senza mai riacquisire un ruolo pubblico forte. Il progetto ora presentato da Enrico Daga intende colmare questo vuoto, collocando Villa Maria Pia in una dimensione nuova, fatta di cultura, bellezza, confronto e partecipazione civica.

Le parole dell’assessore, affidate a un post ma dense di significato amministrativo e politico, segnano una svolta. Se davvero il futuro della villa sarà all’altezza di quella visione, Alghero potrà dirsi arricchita non solo di uno spazio restaurato, ma di un simbolo restituito alla città.

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