Il Comune di Cagliari ha disposto la chiusura temporanea al traffico veicolare del Portico di Palabanda, uno dei luoghi simbolo della città, per consentire lavori urgenti di restauro. L’intervento, programmato in due fasi distinte – dal 16 al 18 aprile e dal 22 al 24 aprile 2025 – comporterà il divieto di circolazione dalle ore 7:30 alle 17:30 nelle giornate indicate. L’Ordinanza n. 926, firmata lunedì 14 aprile dal Dirigente del Servizio Mobilità, Infrastrutture viarie e Reti, mira a garantire la sicurezza durante le operazioni di recupero strutturale, che interessano una porzione centrale del monumento. La segnaletica temporanea per i percorsi alternativi è già stata installata dalla ditta appaltatrice SER.LU. Costruzioni s.r.l., incaricata dei lavori.
Il Portico di Palabanda, situato nel cuore di Cagliari, rappresenta un esempio significativo dell’architettura neoclassica sarda. Realizzato nella prima metà dell’Ottocento, il complesso è legato storicamente alla famiglia dei marchesi di Palabanda, che ne promossero la costruzione come elemento di connessione tra le proprietà terriere e il tessuto urbano. La struttura, caratterizzata da un doppio ordine di arcate in pietra calcarea, ha subito nel tempo degrado a causa degli agenti atmosferici e delle sollecitazioni legate al traffico veicolare.
Gli interventi previsti riguardano principalmente il consolidamento delle volte e la pulitura delle superfici lapidee, con l’obiettivo di preservarne l’integrità strutturale e estetica. Le operazioni sono state classificate come urgenti dal Servizio manutenzione, gestione e valorizzazione del patrimonio comunale, dopo un’ispezione tecnica che ha rilevato criticità nella stabilità di una delle arcate laterali.
La chiusura temporanea interesserà esclusivamente il tratto di strada che costeggia il Portico lungo Corso Vittorio Emanuele, mantenendo accessibili le aree pedonali adiacenti. La scelta di suddividere i lavori in due periodi – 16-18 aprile e 22-24 aprile – è stata motivata dalla necessità di minimizzare l’impatto sulla mobilità cittadina, concentrando le attività nelle fasce di minore afflusso turistico. Durante le ore di intervento, il transito veicolare verrà deviato verso Via Sonnino e Viale Diaz, con un percorso alternativo segnalato da cartelli dinamici e indicatori luminosi.
La SER.LU. Costruzioni s.r.l., responsabile dell’allestimento della segnaletica, ha garantito il rispetto delle normative del Codice della Strada, in particolare del Decreto Ministeriale del 10 luglio 2002, che regola le disposizioni temporanee per i cantieri stradali. Il Comune ha inoltre previsto un monitoraggio costante del flusso veicolare attraverso telecamere di sorveglianza, al fine di ottimizzare la gestione del traffico nelle aree limitrofe.
La decisione di procedere con la chiusura ha generato un dibattito tra i residenti, divisi tra la necessità di preservare il patrimonio storico e le ripercussioni sulla quotidianità. Alcuni esercizi commerciali situati nelle vicinanze hanno espresso preoccupazione per una possibile riduzione dell’afflusso di clienti, mentre le associazioni culturali hanno applaudito l’iniziativa, definendola «un passo essenziale per tramandare alle future generazioni un monumento identitario».
Il Comune ha invitato i cittadini a consultare gli aggiornamenti in tempo reale attraverso il portale istituzionale e l’app dedicata alla mobilità urbana, dove sono disponibili mappe interattive dei percorsi alternativi. È stato inoltre raccomandato di privilegiare i mezzi pubblici o la mobilità dolce negli spostamenti verso il centro storico, specie nelle fasce orarie 7:30-9:30 e 16:00-17:30, tradizionalmente più congestionate.
L’Ordinanza n. 926 si basa sull’articolo 37 del Codice della Strada (D.L.vo 285/1992), che consente alle autorità competenti di istituire provvedimenti temporanei per esigenze di tutela del patrimonio pubblico. Il documento richiama inoltre il Regolamento di attuazione del Codice (D.P.R. 495/1992), specificando che la segnaletica deve essere mantenuta in efficienza per l’intera durata del cantiere.
Un precedente rilevante è rappresentato dalla Sentenza n. 926 del T.A.R. Sardegna del 2011, che ha stabilito come i vincoli paesaggistici non possano essere derogati senza una valutazione tecnica approfondita. Nel caso specifico di Palabanda, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari ha espresso parere favorevole agli interventi, sottolineando l’assenza di alternative percorribili per la messa in sicurezza.
Al termine dei lavori, previsti per la fine di aprile 2025, il Comune intende avviare un progetto di illuminazione artistica del Portico, finalizzato a esaltarne le caratteristiche architettoniche durante le ore notturne[4][6]. Parallelamente, è in fase di studio l’istituzione di un’area pedonale permanente nel tratto antistante il monumento, misura che richiederebbe però una modifica al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS).
Le associazioni locali hanno avanzato la proposta di inserire Palabanda in un itinerario turistico dedicato all’Ottocento cagliaritano, abbinando visite guidate a eventi culturali nel vicino Orto Botanico. Tale iniziativa, se approvata, potrebbe contribuire a rivitalizzare un’area storicamente sottoutilizzata, creando sinergie tra tutela del patrimonio e sviluppo economico.
Il restauro del Portico di Palabanda si configura come un intervento necessario per preservare un’icona architettonica della città, sebbene le temporanee limitazioni alla circolazione rappresentino una sfida per la mobilità urbana. La corretta applicazione delle misure alternative e la collaborazione dei cittadini saranno determinanti per il successo dell’operazione. Questo episodio riaccende inoltre il dibattito sull’equilibrio tra conservazione dei beni culturali e esigenze della vita moderna, tema che richiederà soluzioni sempre più integrate e partecipate nel prossimo futuro.