È un bollettino di guerra quello che arriva da Guardia Grande, dove il 10 aprile si è tenuta l’ennesima riunione del Consorzio di Bonifica della Nurra con gli agricoltori. Il verdetto, ancora una volta, è desolante: acqua per irrigare non ce n’è. E mentre la terra si spacca sotto il sole implacabile, le aziende agricole della Nurra sprofondano verso un punto di non ritorno.
Alla riunione ha partecipato il vicepresidente del Centro Studi Agricoli, Stefano Ruggiu, mentre era assente il presidente Tore Piana, impegnato a Sassari per il 173° Anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Le parole che emergono dal confronto sono dure e intrise di rassegnazione. Il Consorzio di Bonifica appare sempre più solo, lasciato dalla politica regionale a gestire scelte che dovrebbero essere condivise e sostenute.
Il Centro Studi Agricoli, da tempo impegnato sul fronte delle proposte, ribadisce le proprie richieste: «Sarà una guerra fra agricoltori e consorzio – afferma Stefano Ruggiu – se non si adottano decisioni concrete. Come Associazione Agricola Centro Studi Agricoli, noi abbiamo da sempre avanzato le nostre proposte, come quella di bloccare per due mesi i lavori su una delle due condotte che portano l’acqua dal Coghinas, liberando così i 4 milioni di metri cubi acqua presenti nel bacino del Cuga», continua Ruggiu. Il Consorzio, guidato dal presidente Gavino Zirattu, si trova infatti nella condizione di dover scegliere chi potrà ancora irrigare e chi no. Una selezione forzata, che promette tensioni e rabbia in un comparto già allo stremo.
A monte della crisi c’è una precisa responsabilità politica: la ridistribuzione dell’acqua a favore dell’uso civile, decisa a scapito dell’agricoltura. Una scelta che oggi si traduce in danni stimati oltre i 10 milioni di euro, secondo i calcoli del Centro Studi Agricoli. Un colpo durissimo per il comparto primario della Nurra, da anni abituato a cavarsela da solo, tra promesse mai mantenute e silenzi assordanti.
Ma oggi la priorità è un’altra, urgente e improrogabile: aiutare chi non ce la fa. «Ma in assenza di decisioni, come Centro Studi Agricoli chiediamo che l’Assessore regionale all’agricoltura disponga urgentemente indennizzi incentrati sul mancato reddito delle aziende agricole, da elargire entro poco tempo. Non si pensi – continua Ruggiu – di utilizzare la formula degli indennizzi in de minimis, che tra istruttorie e altra burocrazia, verrebbero pagati fra anni e con la spada delle regolarità contributiva INPS»,Nel silenzio della politica regionale, resta la voce degli agricoltori e delle associazioni che li rappresentano. Una voce che chiede solo di non essere lasciata morire di sete.