Le nomine che fanno ballare Alghero: il logoramento di una maggioranza in stallo

  Possono le poltrone delle partecipate cittadine far vacillare una coalizione? A quanto pare, ad Alghero sì. Oggi, alle 17:30, l'Assemblea convocata a Casa Gioiosa a Tramariglio dovrà eleggere il Presidente e il nuovo Consiglio di Amministrazione del Parco Regionale di Porto Conte. Emiliano Orrù dovrebbe assumere la presidenza, con due nomi nel CdA da confermare e ratificare. Il parco, dunque, è pronto a prendere il largo.

  Ma il resto della nave sembra in balia delle onde. Nelle partecipate algheresi—tra cui spiccano la Fondazione Alghero, SECAL e Alghero in house—si sta giocando una partita che sta logorando la maggioranza a sostegno del sindaco Raimondo Cacciotto. Molti attribuiscono la colpa di questo stallo al primo cittadino, che, in linea con il suo operato fino ad oggi, ha atteso che fossero i partiti a riempire le caselle a loro destinate dopo la vittoria alle elezioni comunali. Sin dal mese di luglio, ad Alghero circolano nomi e candidature per gli incarichi nelle partecipate, posti appetibili in cui molti aspirano a essere protagonisti.

  Ma i posti disponibili sono solo dodici, ripartiti proporzionalmente ai risultati elettorali. Da qui sono iniziati tutti i malumori, e siamo ormai a ottobre con caselle ancora vuote. Il CdA della SECAL si è dimesso, garantendo solo l'ordinaria amministrazione, e il subentro è lasciato all'iniziativa dei partiti. Alla Fondazione Alghero, il CdA nominato dal centrodestra sardista è tuttora in carica. Si parla, si vocifera, ma di concreto non c'è nulla. Chi è al timone resta, chi è fuori mugugna. 

  Situazione analoga per Alghero in house: il CdA si è dimesso e attende di essere sostituito. Il presidente designato dovrebbe essere Andrea Paulesu, in quota a Noi Riformiamo Alghero. Per le altre posizioni, si continua a usare matita e gomma contemporaneamente. Un pasticcio che sta logorando la maggioranza dall'interno, provocando strappi, avvisi ai naviganti, appunti polemici e sgambetti. Il timore è che si arrivi a vere e proprie imboscate che metterebbero a rischio i patti finora sottoscritti. In questo caos, c'è una persona che, in virtù del ruolo ricoperto, potrebbe imprimere un'accelerazione nella risoluzione di questi problemi: il sindaco Raimondo Cacciotto. In quanto primo cittadino, può non solo revocare gli incarichi, motivando la decisione, ma anche procedere direttamente alla nomina di persone che ritiene all'altezza. Se ciò non è ancora avvenuto, è perché il sindaco sta cercando di non rompere con i partiti che, però, sembrano incapaci di decidere al loro interno, scaricando tensioni e malumori all'interno della maggioranza stessa. 

  Non è certo una bella immagine quella che si sta offrendo alla città. Se i distinguo sono così eclatanti e pubblici, vuol dire che non tutto va bene come qualcuno vorrebbe far credere. In pubblico si afferma il contrario di ciò che avviene in privato. È giunto il momento di prendere decisioni senza esitazioni, perché in gioco c'è l'autorevolezza dei rappresentanti nelle nostre istituzioni. Non possono essere i posti di sottogoverno cittadino, le nomine, a far ballare una coalizione che ora è chiamata a dimostrare con i fatti la propria coesione, senza lasciarsi pervadere da crepe che, per ora, sono piccole ma potrebbero allargarsi. Alghero, come spesso accade, sembra prigioniera delle sue stesse dinamiche, dove le ambizioni personali prevalgono sul bene comune. 

  Ogni nuova amministrazione promette cambiamenti, ma la testa e le ambizioni degli uomini sembrano immutabili. In un contesto che ricorda il pessimismo e realismo verghiano, la città assiste all'ennesimo spettacolo di immobilismo e lotte intestine. È tempo che chi ha il potere decisionale agisca, rompendo gli indugi e ponendo fine a questo impasse. Altrimenti, il rischio è che Alghero rimanga incagliata nelle sue stesse reti, incapace di avanzare verso quel cambiamento tanto proclamato quanto inafferrabile.

Politica

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