Dopo due intense sedute di Consiglio Comunale, tenutesi martedì e mercoledì scorso per l’approvazione del bilancio di previsione 2025/2027, le polemiche che avevano animato i giorni precedenti sembrano finalmente essersi placate. Le tensioni erano nate dalla bagarre social e dai comunicati durissimi del capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Cocco, contro l’assessore Enrico Daga, che avevano portato alla ferma condanna sui social e sulla stampa del presidente del Consiglio Comunale, Mimmo Pirisi. Ora, la politica algherese sembra essere tornata sui binari istituzionali.
Ma a far riflettere, oggi più che mai, sono le parole pronunciate dall’allora presidente del Consiglio Comunale durante l'amministrazione Conoci, Lelle Salvatore, ora consigliere comunale all'opposizione, il 15 novembre 2019, durante un momento altrettanto delicato. La tensione di allora era scoppiata per via delle dichiarazioni social dell’allora consigliere comunale Giovanni Monti, che aveva invitato i consiglieri di opposizione a “stare a cuccia”. Una provocazione che generò uno scontro tale da portare Salvatore a intervenire con un discorso scritto, che oggi, a distanza di più di cinque anni, risuona ancora come un monito prezioso. Dopo aver attraversato la pandemia e aver visto cambiare il mondo, i social e l’uso che se ne fa anche nella comunicazione politica, il suo invito al rispetto rimane attuale e necessario, per il proseguimento dei lavori del Consiglio e per la vita pubblica.
Ecco il discorso integrale:
"Buonasera a tutti, signor Sindaco, signori Consiglieri e Consigliere, signori Assessori e Assessore. Apro questo Consiglio con una riflessione doverosa per il ruolo che rivesto, questo è un invito, un invito che faccio a tutti noi, quello di mantenere un dibattito politico e non un dibattito fatto di aggressioni verbali, e ciò anche e forse in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dei social, che volutamente non ho utilizzato nelle polemiche del Consiglio. Ricordo a tutti che, più che mai, i Consiglieri Comunali sono chiamati a unire il loro fondamentale contributo di idee, di cultura politica, di credibilità personale e di passione.
Ho ancora ben chiare le parole pronunciate in occasione dell’elezione alla carica di Presidente. Segnatamente, quando ho dichiarato di impegnarmi con tutte le forze e il giusto equilibrio per garantire, come un compagno di famiglia, le prerogative e i diritti di tutti voi, i Consiglieri. Quando ho ribadito che il confronto, perché no anche duro, per la necessità di portare avanti con convinzione le proprie idee, non deve mai degenerare in offese personali e, anzi, deve sempre essere garantita una dialettica pluralista che possa condurre a una sintesi produttiva per gli interessi generali.
Quando ho preso il preciso impegno di adoperarmi per essere imparziale, pur provenendo da una precisa parte politica, cosicché nessuno di voi, rappresentanti eletti dalla cittadinanza, potesse esercitare il proprio mandato nel miglior modo possibile, attraverso il potere di indirizzo e di controllo che ci è stato affidato, e nella piena osservanza delle leggi, dello statuto e del regolamento. Quando infine, ma non meno importante, ho preso il preciso impegno di ascoltare e difendere il ruolo istituzionale del Consiglio Comunale, quale luogo di dialogo e confronto. Ebbene, è mia precisa intenzione tenere fede agli impegni assunti nei confronti di tutti e di ciascuno, di fronte alla città.
Ricordo a me stesso e a voi tutti che il regolamento del Consiglio Comunale, all’articolo 53, capo 4, relativo alla disciplina delle adunanze, indica precise norme comportamentali cui i Consiglieri devono attenersi, oltre a un abbigliamento consono e rispettoso dell’istituzione. Viene richiesto l’uso di un linguaggio consono, educato e improntato a un civile rispetto. Certamente è doveroso e lecito esprimere critiche, obiezioni e censure, ma esse devono riguardare esclusivamente atteggiamenti, opinioni e comportamenti politico-amministrativi. Non si deve mai scadere in riferimenti che attengono alla vita privata o che siano lesivi dell’onorabilità delle persone. Detto questo, ricordo a me stesso e a noi tutti che questi stessi principi vanno praticati anche e soprattutto nella vita esterna al cosiddetto Palazzo, perché si è Consiglieri, cioè rappresentanti dell’elettorato, sempre, anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni dei nostri concittadini.
Ed ecco perché anche i mezzi di comunicazione virtuali e i social non possono né devono diventare un porto franco, dove tutto è consentito. Perché così non può né deve essere, non deve esserci un terreno incontrollato dove vengano superati i confini delle più elementari regole di rispetto reciproco. Ed ecco perché sento il preciso dovere di richiamare tutti i Consiglieri al rispetto del ruolo che ricoprono, nell’interesse dei nostri concittadini, affinché si possa mostrare alle nuove generazioni che la politica per prima dà il buon esempio in una società educata e rispettosa. Ricordiamo sempre, dentro e fuori quest’Aula, di essere garanti della politica. Per questo sentivo il dovere di dirlo per iscritto. Adesso questo mio scritto lo consegno al segretario generale. Detto questo, apriamo con le relazioni previste."
Un discorso che, pur appartenendo ad un altro periodo storico, forse un'epoca diversa, sembra oggi scritto appositamente per il Consiglio di Alghero e per le sue recenti vicende soprattutto sui social e per mezzo stampa. Un invito a recuperare il senso più nobile della politica, dove il confronto di idee non si tramuta in offese personali e dove il rispetto, dentro e fuori le istituzioni, rimane il valore guida per chi rappresenta i cittadini.