Ospedale Marino, la delegazione di Alghero si sfalda: defezioni e tensioni politiche


La trasferta a Cagliari per discutere del futuro dell’Ospedale Marino si riduce ai minimi termini. Dopo la presa di distanza del gruppo Noi Riformiamo Alghero, seguita dalla defezione di Christian Mulas, anche Massimiliano Fadda annuncia ufficialmente che non parteciperà all’incontro in programma martedì 11 marzo. La delegazione algherese, che inizialmente doveva presentarsi con un fronte compatto, si restringe dunque a poche presenze: il sindaco Raimondo Cacciotto, il presidente del Consiglio comunale Mimmo Pirisi e, con ogni probabilità, l’assessore alla Sanità Maria Grazia Salaris, pur se inizialmente esclusa dall’elenco dei partecipanti e Giusy Picone deil movimento 5 stelle.

Il clima è tutt’altro che sereno. Le recenti scelte della Regione sulla sanità, culminate con l’approvazione del Ddl 40, hanno sollevato un’ondata di critiche bipartisan, con la stessa Forza Italia che ha espresso apprezzamento per il distacco di Noi Riformiamo Alghero dalla linea della maggioranza. L’insoddisfazione trasversale nasce dalla decisione di trasferire la gestione dell’Ospedale Marino dalla AOU di Sassari alla ASL a partire dal 1° gennaio 2026, senza alcuna chiarezza sulle risorse, il personale e le prospettive per il potenziamento dei servizi sanitari.

Massimiliano Fadda, consigliere di Prima Alghero e vicepresidente della commissione sanità, ha motivato con parole dure la sua scelta di non partecipare alla convocazione della Regione.

«Con l’approvazione del Ddl 40, da parte della maggioranza in Regione, dopo un anno di nulla assoluto, è stata avviata una mini “NON riforma” la quale, tra le altre cose, stabiliva che dal 1° gennaio 2026 l’Ospedale Marino sia gestito nuovamente dalla ASL e non più dalla AOU di Sassari. Naturalmente non si fa alcun cenno al come, con quale personale e con quali risorse il nostro ospedale potrà migliorare i servizi che, da alcuni anni, l’Università ha dato prova di saper gestire al meglio».

Secondo Fadda, il governo regionale guidato da Alessandra Todde avrebbe certificato l’irrilevanza di Alghero sul piano politico, ignorando del tutto le richieste avanzate negli ultimi mesi.

«L’assessore Bartolazzi e il governo Todde hanno certificato la mancanza di peso politico che i nostri rappresentanti cittadini godono in Regione. A niente sono serviti gli interventi di tutto il Consiglio comunale, le perorazioni da parte di vari comitati e l’audizione del 28 gennaio scorso a cui ho partecipato unitamente al Sindaco, alla Salaris ed a Mulas, presso la Commissione Sanità regionale, alla presenza della presidente dott.ssa Fundoni e Valdo di Nolfo».

In quell’occasione, ricorda Fadda, la delegazione algherese aveva ribadito la sua contrarietà a un cambiamento privo di garanzie sull’efficienza e l’operatività dell’ospedale. Il consigliere critica poi aspramente la nuova convocazione, arrivata quando ormai la legge è stata approvata:

«A cose fatte, siamo stati riconvocati martedì 11 marzo “a babbo morto”. Naturalmente non andrò a Cagliari perché ritengo sia inutile farmi prendere nuovamente in giro da persone che hanno abbondantemente dimostrato la loro inaffidabilità, approvando una legge che non si occupa di migliorare i servizi offerti dalla Sanità ma si preoccupa invece di assegnare nuove poltrone ai vertici aziendali».

L’attacco finale è riservato all’assessore alla Sanità, Marcello Bartolazzi, accusato di una gestione inaccettabile del settore:

«Su Bartolazzi stendo un velo pietoso perché ha già dato ampia prova di quanto sia inaccettabile la sua gestione della Sanità sarda e la mancanza di rispetto nei confronti dei Sardi».

Con la rinuncia di Fadda, la delegazione algherese perde un altro tassello, confermando il crescente scetticismo sulla reale utilità dell’incontro con la Regione. Se da un lato c’è chi, come Cacciotto e Pirisi, ha scelto di mantenere il dialogo aperto, dall’altro è evidente la frattura politica interna, con sempre più esponenti locali che giudicano la partita dell’Ospedale Marino già chiusa a sfavore di Alghero.

Ciò che resta sul tavolo, al netto delle polemiche, è un’unica certezza: dal 2026 l’ospedale tornerà sotto la gestione ASL. Come e con quali mezzi resta ancora tutto da capire.

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