La vicenda del campo boe nell’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana continua a suscitare polemiche. Dopo mesi di dibattiti, il progetto ha subito una rimodulazione significativa, con la riduzione del numero delle boe da 125 a 63, in base alle prescrizioni imposte dal Servizio Valutazione Impatti e Incidenze Ambientali dell’Assessorato Regionale all’Ambiente. La decisione ha acceso lo scontro politico e sollevato interrogativi sulla gestione della progettualità e sugli effetti economici.
Il 15 novembre 2024, la Regione ha espresso un giudizio positivo sulla valutazione di incidenza, ma con una serie di vincoli. Tra le principali prescrizioni, è stata imposta la riduzione del numero delle boe per evitare impatti eccessivi sugli habitat marini. In particolare, sono stati eliminati tutti gli ancoraggi previsti a meno di 100 metri dalle falesie di Cala Calcina e Cala Dragunara, mentre nella Baia delle Ninfe sono stati consentiti solo cinque ormeggi. Sono stati inoltre cancellati sei ormeggi destinati alle navi da diporto nella Baia di Porto Conte. In totale, il numero delle boe in AMP è passato da 80 a 18.
L’iter progettuale ha attraversato fasi di modifica e ridefinizione, coinvolgendo l’amministrazione comunale di Alghero e il Parco di Porto Conte. Il sindaco Raimondo Cacciotto e il presidente del Parco Emiliano Orrù avevano chiesto alla Regione di intervenire sulla valutazione di incidenza per garantire un equilibrio tra tutela ambientale e utilizzo del mare. Tuttavia, l’attuale ridimensionamento del campo boe ha suscitato critiche, in particolare dalla minoranza consiliare, che ora contesta un progetto in gran parte votato dalla precedente amministrazione di centrodestra.
La Commissione Ambiente, presieduta da Christian Mulas, ha avviato una verifica per comprendere le ripercussioni della nuova configurazione del progetto. Durante la discussione, il consigliere Michele Pais ha proposto una moratoria sul progetto, mentre il direttore del Parco, Mariano Mariani, ha difeso il percorso seguito, sottolineando di aver operato secondo le direttive ricevute e di non avere responsabilità dirette sulle modifiche imposte dalla Regione.
Il punto critico riguarda il finanziamento e la fattibilità del progetto dopo le modifiche imposte dalla Regione. Nel programma triennale delle opere pubbliche 2024-2026, il campo boe rientrava tra gli interventi finanziati con un investimento iniziale di 1,7 milioni di euro da fondi PNRR. Ora si parla di una rimodulazione, e rimangono interrogativi su eventuali decisioni regionali che potrebbero influenzare l’assetto economico dell’intervento, con il rischio di una perdita di risorse economiche e una ridefinizione delle priorità.
Il consigliere Cocco ha evidenziato la necessità di tutelare i vari comparti economici locali, sottolineando come la Regione abbia eliminato le boe più utili agli operatori del settore nautico e turistico, lasciando aperti interrogativi sulla capacità del progetto di rispondere alle esigenze del territorio. Le critiche principali riguardano il nuovo quadro economico dell’operazione e la possibilità di mantenere la sua fattibilità finanziaria: una cosa è prevedere 120 punti di ormeggio, un’altra è lavorare con meno della metà dopo l’intervento della Regione.
Alla luce degli sviluppi più recenti, l’assessore alle Manutenzioni e vice sindaco Francesco Marinaro ha suggerito di ritornare alla conferenza di servizi per affrontare nuovamente la questione in un tavolo tecnico, valutando possibili soluzioni che tengano conto delle esigenze del territorio e delle criticità emerse con la rimodulazione del progetto.
Il 19 marzo 2025, giorno prima della commissione, il Comandante della Capitaneria di Porto di Alghero ha firmato l’ordinanza che autorizza il posizionamento delle boe, in seguito alla richiesta avanzata dal Parco di Porto Conte e sulla base dell’autorizzazione definitiva della Regione Sardegna, rilasciata il 18 marzo. L’ordinanza conferma il via libera alla realizzazione del campo boe, nonostante le richieste di moratoria avanzate con atti ufficiali in Consiglio comunale e nell’Assemblea del Parco di Porto Conte.
L’ordinanza stabilisce che, per motivi di sicurezza della navigazione e tutela della vita umana in mare, l’area interessata dai lavori sarà interdetta alla navigazione, all’ancoraggio, alla pesca e alla balneazione per un raggio di 200 metri dai punti indicati nel progetto. Le operazioni saranno eseguite da operatori subacquei con l’ausilio di unità nautiche di superficie.
Michele Pais, consigliere comunale della Lega, ha ribadito la sua preoccupazione per gli effetti che l’intervento potrebbe avere sul settore della nautica locale. “Il progetto prevede il posizionamento di 61 boe nella rada di Alghero, a partire da Punta Negra-Rosso fino alla Dragunara. In particolare, si tratta di 13 boe alla Dragunara, 5 a Porto Conte, 17 a Capo Galera, 16 al Lazzaretto e 10 a Punta Negra-Rosso. Queste aree sono tra le più frequentate dagli algheresi e dai diportisti locali, e molte di esse si trovano al di fuori dell’Area Marina Protetta.”
Pais ha sottolineato inoltre che “dove è ubicato il campo boe è interdetta la balneazione e l’ancoraggio libero”, esprimendo il timore che l’iniziativa possa causare un contraccolpo significativo all’intero comparto nautico. “Non c’è una posizione pregiudiziale contraria alle boe, che potrebbero rappresentare un attrattore sostenibile per la nautica di alto livello. Tuttavia, il rischio attuale è quello di una forte penalizzazione del settore nautico locale, senza una motivazione ambientale che giustifichi tali limitazioni.”
Il dibattito è destinato a proseguire, con un confronto aperto tra le diverse parti coinvolte, incluse le associazioni ambientaliste e gli operatori economici locali. Inoltre, la Commissione ha deciso di portare la discussione in aula consiliare con un ordine del giorno dedicato, per permettere un ulteriore approfondimento del tema e valutare eventuali azioni future.