“In Sardegna il futuro dell’agricoltura e dell’allevamento regionale passa esclusivamente da una revisione e semplificazione delle norme burocratiche, senza questa revisione il declino del comparto agricolo sardo è segnato con la conseguente chiusura di migliaia di aziende agricole.” Lo afferma Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, in vista dell’assemblea regionale convocata per il prossimo 3 maggio all'anfiteatro di Santa Cristina a Paulilatino.
L’evento, aperto agli iscritti e a chiunque voglia partecipare, sarà l’occasione per presentare tre documenti elaborati dal direttivo dell’associazione. Tra i temi principali spiccano la proposta di riorganizzazione delle agenzie agricole regionali, un piano di rilancio decennale dell’agricoltura e dell’allevamento articolato in diciassette punti, e una proposta dettagliata di semplificazione delle norme burocratiche, ritenuta “essenziale e fondamentale per il rilancio del comparto”.
Tra le proposte avanzate dal Centro Studi Agricoli, Piana evidenzia la necessità di:
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Ridurre il numero di documenti richiesti, semplificando la modulistica e le procedure di accesso ai bandi PSR, CSR e regionali.
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Accelerare i processi amministrativi, migliorando i tempi di risposta e la comunicazione tra uffici e agricoltori.
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Digitalizzare i servizi, ma senza obblighi rigidi, tenendo conto delle aree rurali prive di connessione internet e delle difficoltà legate all'età media degli agricoltori sardi.
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Introdurre la firma OTP come alternativa alla firma digitale, rendendola facoltativa.
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Riorganizzare le agenzie agricole sarde, riportando Laore alle sole funzioni di assistenza agricola, concentrando in Argea Sardegna OP la gestione degli aiuti e degli indennizzi.
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Distaccare la gestione delle domande PAC e CSR dalla società Leonardo Spa, per una gestione diretta in ambito regionale.
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Promuovere corsi di formazione e consulenza gratuita per migliorare la gestione burocratica.
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Favorire l'innovazione tecnologica in agricoltura e sostenere economicamente la transizione verso modelli più efficienti.
Un altro punto centrale riguarda il rafforzamento del dialogo con le associazioni agricole radicate nel territorio, purché dotate di regolare statuto, codice fiscale e almeno 500 iscritti o uno sportello CAA operativo in Sardegna.
Piana sottolinea inoltre che la semplificazione delle procedure non è solo una questione tecnica, ma una condizione necessaria per salvaguardare la competitività del settore, contrastare l’abbandono delle campagne e impedire la svendita delle terre agricole a grandi gruppi non sardi.
“Senza queste azioni da adottare urgentemente da parte della politica regionale, l’agricoltura e l’allevamento in Sardegna non avranno futuro” – conclude Piana – “lasciando spazio a speculazioni e alla vendita delle terre, ed è per questo che l’assemblea del 3 maggio sarà fondamentale”.