Ci sono delle atmosfere che difficilmente si possono vivere in prima persona. Il Teatro, quello con la T maiuscola, quello delle grandi riflessioni, dei momenti di introspezione ma anche di quelli giocondi, serve a tirare fuori da sé stessi (per chi recita) e a trasmettere a chi ascolta e guarda, la profondità di questi concetti. Così è avvenuto al Teatro Houdini, dove il 24 febbraio (oggi per chi scrive), si è svolto l’esito scenico (o se preferite saggio) della scuola “il Teatro dell’anima”, diretta da Elisa Piano, regista e attrice teatrale molto apprezzata anche fuori Sardegna.
L’opera, intitolata “Shakespeare. L’universalità della parola e la dimensione filosofica” è una raccolta messa insieme sapientemente dalla regista, di monologhi dell’autore (Shakespeare, appunto) dedicati ciascuno a una profonda riflessione sull’animo umano e le sue innumerevoli sfaccettature, in cui gli allievi della scuola si sono cimentati in una vera e propria prova d’attore, peraltro riuscita perfettamente, senza alcun orpello, tranne che la propria voce e il proprio corpo per interpretarli. Lo spettacolo è stato un momento di evasione dal frenetico oggi ed un’occasione per confrontarsi con ogni tipo di tema importante