Alghero: I costi della politica, tra gettoni di presenza e vecchi ricordi

  Ad Alghero, la politica ha un prezzo ben preciso, e lo sappiamo tutti. La recente determinazione del Comune, datata 12 agosto 2024, prevede un impegno di spesa di 166.000 euro per coprire i gettoni di presenza dei Consiglieri Comunali per l’anno in corso. Ogni seduta del Consiglio Comunale o delle Commissioni a cui partecipano i nostri rappresentanti costa 100 euro. Una somma stabilita dalla Legge Regionale del 2023 per i comuni con una popolazione compresa tra 30.001 e 100.000 abitanti. Questi numeri potrebbero non apparire scandalosi a prima vista, ma meritano una riflessione. E c'è un aspetto storico che forse pochi ricordano: non è sempre stato così. 

  In passato, i consiglieri comunali non ricevevano alcun compenso per la loro partecipazione alle sedute. L’introduzione del gettone di presenza, sebbene oggi sembri una prassi consolidata, è un fenomeno relativamente recente, frutto di normative che hanno progressivamente equiparato la partecipazione politica a una sorta di "lavoro" retribuito. Fino alla metà degli anni '90, era comune che i consiglieri comunali in molte città italiane, specialmente nei centri più piccoli, non ricevessero alcuna indennità. La partecipazione alle attività politiche era vista più come un dovere civico che come una fonte di reddito. Tuttavia, con l'evoluzione della normativa, anche a seguito del Decreto Legislativo 267 del 2000, si è stabilito un riconoscimento economico per coloro che dedicano tempo alla gestione della cosa pubblica. Oggi, quella cifra di 100 euro per ogni seduta può sembrare modesta, ma quando moltiplicata per il numero di riunioni nell'arco di un anno, si arriva a cifre considerevoli. 

  E qui sorge spontanea una domanda: è davvero necessario continuare su questa strada? Non si tratta di mettere in dubbio l’importanza del lavoro svolto dai consiglieri, che richiede tempo, impegno e responsabilità. Tuttavia, in un periodo in cui ai cittadini si chiede di fare sacrifici e di stringere la cinghia, forse anche la politica locale potrebbe dare il buon esempio, mostrando maggiore sobrietà nelle spese. Le norme attuali permettono una certa flessibilità: ad esempio, il Consiglio Comunale ha la facoltà di ridurre l'importo dei gettoni di presenza, come previsto dalla stessa legge regionale. Ma finora, non sembra esserci stata la volontà di percorrere questa strada. 

  Per il cittadino comune, che ogni giorno fa i conti con spese sempre più alte, sapere che una parte delle risorse pubbliche viene destinata ai gettoni di presenza dei consiglieri può risultare sgradevole. E qui non si tratta di criticare la legittimità della spesa, ma di interrogarsi sull’opportunità e sull’equilibrio tra costi e benefici. Si fa un gran parlare di trasparenza e di ottimizzazione delle risorse, sarebbe forse auspicabile ripensare a questi costi. Tornare a una politica meno onerosa non significherebbe rinunciare alla qualità della rappresentanza, ma potrebbe avvicinare di più i cittadini alle istituzioni, restituendo loro quel senso di fiducia che, in un contesto di crisi economica, rischia di essere eroso. La politica non deve essere un peso per la collettività, e se è vero che chi lavora ha diritto a un compenso, è altrettanto vero che quel compenso deve essere commisurato al valore reale del servizio reso. Se un tempo si faceva politica per passione e non per mestiere e soldi, forse oggi dovremmo riscoprire un po' di quel vecchio spirito. Perché Alghero, come ogni città, ha bisogno di una politica efficace, sì, ma anche sostenibile.

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