George Best non è stato solo un calciatore, ma un'icona che ha saputo fondere il talento calcistico con una vita fatta di eccessi. Nato a Belfast nel 1946, Best si affermò come uno dei migliori giocatori di sempre, capace di incantare il pubblico con i suoi dribbling letali e tiri fulminanti. Entrato giovanissimo nel Manchester United, a soli 19 anni aveva già vinto il campionato inglese, e nel 1968 conquistò il Pallone d'Oro. In quegli anni, pochi potevano competere con il suo talento, forse solo Pelé lo superava in maestria.
Sul campo, Best era geniale e imprevedibile, capace di cambiare il corso di una partita con una sola giocata. Fu soprannominato il "quinto Beatle" per il suo look ribelle e lo stile di vita rock and roll, che lo distinse tanto quanto le sue abilità calcistiche. Tuttavia, la sua carriera non si limitava al calcio: fuori dal campo, Best era noto per le notti nei pub, le risse e gli allenamenti saltati.
La sua dipendenza dall'alcol e la sua vita sregolata portarono al declino della sua carriera.
Dopo aver lasciato il Manchester United, girò per campionati meno prestigiosi, senza mai ritrovare l'entusiasmo dei primi anni. Il suo vero amore, come dichiarò più volte, erano le donne, l’alcol e il gioco d’azzardo. Celebre è la sua frase: "Ho speso un sacco di soldi per alcol, donne e macchine veloci. Gli altri li ho sperperati."
Nel 2002 subì un trapianto di fegato a causa della sua dipendenza dall'alcol, ma non riuscì a sfuggire alle conseguenze di una vita di eccessi. Morì a Londra nel 2005, per un'infezione epatica. Oggi, George Best è ricordato non solo per le sue prodezze calcistiche, ma anche per il suo spirito libero. A Belfast, la sua città natale, gli è stato intitolato l'aeroporto nel 2006, un tributo alla grandezza di un uomo che visse intensamente ogni momento, nel bene e nel male.