INGREDIENTI
· 8 carciofi· 40 gr. di pecorino· 20 gr. di parmigiano· 2 cucchiai di pangrattato
· 8 fette di peretta fresca· 2 spicchi d'aglio· 1 ciuffo di prezzemolo· 1 limone succoso· 4 cucchiai di olio extravergine di oliva· sale e pepe q.b.· olio extravergine per ungere la padella
PREPARAZIONE
Eliminare dai carciofi le foglie più esterne e tagliare il gambo. Conl'aiuto di un cucchiaino, svuotare leggermente il centro del carciofo, facendolo ruotare per eliminare l'eventuale peluria bianca all'interno.
Immergere i carciofi in un catino con acqua e succo di limone. Tritare finemente aglio e prezzemolo e amalgamare con l'olio, il pangrattato,il pecorino e il parmigiano. Aggiustare di sale e pepe.
Riempire i carciofi con l'impasto (avendo cura di riempire non solo la parte centrale, ma allargando leggermente le foglie del resto del fiore) e disporli su una padella con un fondo di olio e qualche cucchiaio di acqua. Appena l'acqua accenna a bollire coprire con un coperchio e proseguire la cottura, aggiungendo ai carciofi le fette sottili di peretta solo alla fine, pochi minuti prima di spegnere il gas.
L'indice di adeguatezza Mediterranea risulta essere basso. Questo accade in realtà perché i database certificati di composizione degli alimenti non tengono conto delle evidenze scientifiche che confermano la presenza di grassi non
aterogeni nei formaggi e nelle carni adeguatamente allevate.
D'altro canto si sa bene che la popolazione sarda non mangia molto pesce, anzi il pesce di origine marina era consumato solo in alcuni, rari paesi/città. I grassi omega 3 esimilari dovevano quindi provenire da altri alimenti giornalmente consumati se è vero che l'alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella salute.
I centenari della Sardegna (che è una delle pochissime zone blu nel mondo) si nutrivano certamente di pane fattocon il lievito madre, formaggio, carne, molti legumi, tantissima verdura e ortaggi, raramente era consumato il pesce
di fiume: anguille-trote-tinche.
In solitudine o accompagnato da carne o pesce il carciofo spinoso si conferma il re incontrastato della tavola autunnale. Con patate e finocchietto selvatico, con patate e latte, arrosto sulla graticola con un filo d'olio, crudo con olio e limone, crudo con bottarga, ripieno con farcie e in matrimonio con paste fresche e secche di ogni tipo.
Insomma il carciofo conferma la sua bontà con qualunque preparazione.
Nel passato era considerato un cibo prezioso sopratutto nelle zone più interne dell'isola, da una parte per la non facilissima reperibilità (in ogni area si consumava prevalentemente ciò che si produceva) e dall'altra per il costo. Per
queste ragioni le preparazioni a base di carciofo erano sempre accompagnate da altri alimenti: patate, finocchietto,pasta ecc.