Un anno senza il "Sor Carletto": Il calcio italiano piange Carlo Mazzone

  È passato un anno da quando Carlo Mazzone, affettuosamente noto come "Sor Carletto", ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo del calcio italiano. Una figura amata non solo per il suo immenso bagaglio tecnico, ma soprattutto per la sua umanità e il legame profondo che riusciva a creare con i suoi giocatori e tifosi. Mazzone, con il suo inconfondibile accento romanesco, è stato un vero e proprio patriarca del calcio, detentore del record di panchine in Serie A. 

  Quando arrivò a Cagliari nel 1991, il club isolano era in cerca di stabilità e di una nuova identità. Mazzone riuscì a trasmettere alla squadra e alla città un senso di appartenenza e determinazione che portarono i rossoblù a un risultato storico: nella stagione 1992-93, il Cagliari ottenne il sesto posto in Serie A, qualificandosi così per la Coppa UEFA, un traguardo che mancava da ben 21 anni. Questo successo non solo cementò il legame tra Mazzone e la Sardegna, ma gli valse anche la chiamata alla sua amata Roma l'anno successivo. 

  Il rapporto di Mazzone con Claudio Ranieri è stato segnato da un profondo rispetto e stima reciproca. Ranieri, che aveva già avuto Mazzone come allenatore ai tempi del Catanzaro, dove Mazzone lo aveva persino nominato capitano, riconosce in lui un mentore e un esempio di integrità. Quando Ranieri tornò a Cagliari anni dopo, non mancò di rendere omaggio al suo vecchio maestro, definendolo una "persona stupenda" e ricordando come fosse stato fondamentale per la sua crescita professionale e umana. Questo legame speciale tra due uomini di calcio autentici e profondamente legati ai valori umani continua a vivere anche ora che Mazzone non è più con noi, a testimonianza del segno indelebile che "Sor Carletto" ha lasciato nel cuore di tutti.

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