La mobilità dei sardi. E l'arroganza delle compagnie aeree. Come appare anche dagli ultimi report quotidiani. Il quadro dei collegamenti tra l'Isola e il Continente è sempre più sconsolante. E conferma la filosofia speculativa che sottopone a sacrifici ingiusti e stress insopportabili i viaggiatori. È un nodo centrale del progresso della Sardegna. Oggi strozzato dalla indifferenza di Roma e Bruxelles. La continuità territoriale è un miraggio. Ed è in balia della prepotenza delle biglietterie dei vettori. Con balzelli e regole aleatorie. Una autentica tortura. La RAS è impotente. Perché il problema non trova sensibilità politica. La Sardegna è considerata come una qualunque Regione e non come un'Isola. Lontana. L'idea, poi, dell'assessore al Turismo, Cuccureddu (Orizzonte Comune), improvvisatosi assessore ai Trasporti, di finanziare le Compagnie aeree in cambio di nuove rotte, mostra una visione errata dei problemi. Si premiano con soldi pubblici le compagnie. Offrendo loro nuovi affari. Mentre i sardi vedono il diritto alla mobilità tormentato da penalizzazioni continue. Sui costi dei biglietti e da orari dei voli non rispondenti alle esigenze. È un tunnel di disagi senza spiragli di luce. Un travaglio discriminante che provoca danni infiniti. E che, sul piano sociale, impedisce i ricongiungimenti tra chi vive fuori dell'Isola e chi nell'Isola è rimasto. Un disastro assoluto. La colonia è sempre più lontana. Mario Guerrini.