Igino (Atene, ... – Roma, 142/149) è stato il 9º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa, orientativamente, tra il 138 e il 142/149.
Poco si sa di lui: probabilmente fu di origine ateniese. Morì durante la persecuzione di Antonino Pio. Divenuto papa nel 138, durante i quattro anni, del suo pontificato dovette affrontare l’eresia gnostica di Valentino e Cedone, i quali sostenevano che ai semplici fedeli può bastare la fede, mentre ai dotti si addice la scienza, che può spiegare a livello filosofico la fede. Igino che era anche filosofo sconfessò gli eretici sul loro terreno.
Il Liber Pontificalis ci tramanda queste poche notizie:
«Igino, di nazionalità greca, già filosofo di Atene, di cui non sono riuscito ad accertare l'ascendenza, occupò la sede per 10 anni, 3mesi e 7 giorni.
Fu vescovo al tempo di Valerio e Marco, dal consolato di Magno e Camerino (138 d.C.) fino all'anno in cui Orfitus e Hesetin ordinò il clero e la distribuzione dei ranghi.
Ha tenuto 3 ordinamenti nel mese di dicembre, 15 sacerdoti, 5 diaconi, 6 vescovi in diversi luoghi.
Fu sepolto vicino al corpo del beato Pietro in Vaticano, nel mese di gennaio.
E l'episcopio rimase vuoto per 3 giorni.»
Eletto Papa nel 139, istituì dei gradi ed una gerarchia nel clero. Durante il suo pontificato che durò solo quattro anni, non infierirono tanto le persecuzioni contro la Chiesa, ma sorsero due eresie che non erano certo da preferirsi ad una persecuzione.
Il Santo Papa, che era vigilantissimo, si accorse di questo errore, e condannò Cerdone, scomunicandolo. Questi finse di pentirsi, ed Igino lo accettò di nuovo nella comunione dei fedeli; ma continuando l'ipocrita ad insegnare nascostamente i suoi errori, lo scomunicò per la seconda volta.
Assieme a Cerdone vi era un altro eresiarca, di nome Valentino, il quale insuperbito del suo sapere, ed offeso per non essere stato creato vescovo, si pose a rinnovare parecchie empietà di Simon Mago, alle quali egli aggiungeva altre stravaganti assurdità. Dapprima insegnò in Alessandria, poi a Roma; tuttavia Papa Igino non lo scomunicò, ma cercò di farlo ravvedere e guadagnarlo a Gesù Cristo.
Dopo aver difesa la Chiesa contro coloro che volevano lacerarne le membra, dopo aver difesa la dottrina del Vangelo, mori nel 142. Si crede che Sant' Igino non abbia subìto il martirio, ma tuttavia sia stato annoverato fra i martiri, per le persecuzioni che ebbe a sopportare nel tempo del suo pontificato.
La "memoria" di S. Igino è stata cancellata dal Calendario rinnovato perché introdotta solo nel sec. XII; non si ha motivo di ritenere che S. Igino morì martire e se ne ignora il giorno della morte.
La sua memoria liturgica ricorre l'11 gennaio.
Dal Martirologio Romano: «A Roma, sant’Igino, papa, che occupò per ottavo la cattedra dell’apostolo Pietro.»
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«11 gennaio - A Roma, sant'Igino, papa, che occupò per ottavo la cattedra dell'apostolo Pietro.»