Una vicenda agghiacciante ha scosso la città di Olbia: una giovane donna è stata ridotta in schiavitù sessuale dal padre per oltre un decennio, a partire da quando aveva appena 9 anni. Gli abusi, protrattisi per anni, si sono svolti tra le mura domestiche, dove la vittima era privata di ogni libertà, senza la possibilità di possedere un telefonino o di uscire di casa. A rendere ancora più sconcertante la vicenda, la madre della ragazza, pur consapevole delle atrocità commesse dal marito, non avrebbe mai fatto nulla per fermarlo.
La sentenza, emessa giovedì scorso, ha messo fine a un lungo iter giudiziario. Il padre, un uomo di 50 anni, è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata, mentre la madre, 60enne, ha ricevuto una pena di 3 anni e 6 mesi per concorso nel reato.
Entrambi i genitori, residenti a Olbia, hanno perso la potestà genitoriale sulla figlia, oggi maggiorenne.
Le indagini hanno rivelato un quadro di violenza sistematica e isolamento. La giovane, cresciuta in un clima di terrore e oppressione, sarebbe stata costretta a subire gli abusi senza alcuna via di fuga. Le autorità hanno sottolineato come la complicità della madre abbia aggravato la situazione, lasciando la vittima senza alcun sostegno.
Non è la prima volta che i due finiscono nel mirino della giustizia: già nel 2023 e nel 2024 erano stati condannati per gli stessi reati, ma solo ora la sentenza definitiva ha chiuso il caso. La vicenda ha suscitato profonda indignazione nella comunità locale, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori tutele per le vittime di abusi intrafamiliari.