Siccità nella Nurra, acqua razionata e colture vietate: il Centro Studi Agricoli denuncia l’abbandono degli agricoltori da parte della Regione

È un grido di allarme, quello lanciato dal Centro Studi Agricoli dopo l’ultima riunione del Consorzio di Bonifica della Nurra, tenutasi giovedì sera a Guardia Grande. Di fronte a una disponibilità idrica gravemente compromessa dalla siccità, il Consorzio ha stabilito il divieto di irrigazione per alcune colture estive, con l’immediato effetto di bloccare la possibilità di semina per numerose aziende agricole.

Il Centro Studi Agricoli, rappresentato dal presidente Tore Piana, ha partecipato all’incontro e ha espresso una posizione critica, autonoma e netta rispetto all’inerzia della Regione Sardegna sul fronte degli indennizzi.
«Alla fine quello che come Centro Studi Agricoli avevamo prospettato: gli agricoltori colpiti dalla siccità della Nurra sono stati lasciati in solitudine alle loro decisioni su chi deve e non deve utilizzare la poca acqua disponibile per usi irrigui, senza che da parte della Regione o di chi doveva rappresentare la loro tutela ai numerosi tavoli regionali, abbia portato le dovute e richieste garanzie sugli indennizzi», dichiara Piana.

A farne le spese saranno, ancora una volta, le aziende più fragili, quelle che vivono delle colture ortive estive – angurie, meloni e ortaggi – e che ora, senza accesso all’acqua, non potranno produrre né garantire lavoro ai propri dipendenti.
«Ci sono aziende agricole – afferma Piana – che hanno dipendenti e che si reggono economicamente solo dalle colture ortive estive. Oggi quelle aziende, non potendo coltivare e produrre, chi garantirà il reddito? Come faranno a mantenere i livelli occupazionali? Sicuramente ci saranno licenziamenti e danni economici a aziende che in tutti questi anni si erano distinte sulle produzioni orticole di qualità. Oggi senza acqua non potranno produrre.»

Il Centro Studi Agricoli sottolinea con fermezza la mancata previsione, nella Finanziaria regionale 2025, di una voce destinata a indennizzare le aziende che oggi, su ordine del Consorzio, dovranno rinunciare a coltivare, mettendo a rischio il sostentamento delle famiglie e la tenuta stessa del tessuto produttivo.
«Da sempre, come Centro Studi Agricoli abbiamo richiesto che la Regione assicurasse gli agricoltori penalizzati, con provvedimenti di indennizzi per mancato reddito, invece assistiamo con molta delusione, che il capitolo indennizzi e ristori dovrà essere deciso nei prossimi mesi», spiega Piana.

La proposta dell’associazione agricola è concreta, articolata e immediatamente attuabile: un sostegno temporaneo eccezionale, parametrato su base ettaro, da erogare entro il 31 dicembre 2025, con domande da presentare entro il mese di giugno.
«Il sostegno dovrà essere classificato come mancato reddito e non come indennizzo in de minimis, con un importo forfetario eccezionale a ettaro o frazione di ettaro stabilito in misura fissa per ogni singola coltura», sottolinea ancora Piana.

Il rischio, secondo il Centro Studi, è che gli agricoltori che oggi si vedono costretti a fermarsi, non ricevano nulla per anni, o peggio, che vengano distinti arbitrariamente tra chi merita ristori e chi no.
«Non vorremmo trovarci fra due anni a discutere ancora come e quali strumenti adottare per indennizzare le aziende agricole – afferma Piana – classificando agricoltori di serie A e agricoltori di serie B.»

Il Centro Studi Agricoli ha annunciato che monitorerà l’evolversi della situazione, pronto a organizzare incontri territoriali nella Nurra per informare le aziende agricole e garantire una voce autonoma e indipendente nei confronti della Regione, del Consorzio e della politica tutta.

Una denuncia netta, quella del CSA, che non si limita al lamento ma avanza una proposta strutturata e immediatamente applicabile. La politica regionale, invece, resta ancora una volta priva di risposte.

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